Umberto Chiariello, giornalista, ha commentato la vittoria del Napoli per 0-3 contro la Fiorentina nel suo editoriale per 'Campania Sport' su Canale 21: “Non voglio magnificare il 3-0 di Firenze come una partita di portata storica, ma può essere sicuramente una partita molto significativa in un campionato che vede il Napoli potenzialmente chiudere il girone d'andata da campione d'inverno. Dico potenzialmente, perché dipende dall'Inter che ha due partite ancora da giocare e non dovesse vincerle tutte e due il Napoli sarebbe campione d'inverno. E non si sa se in condominio o meno con l'Atalanta, che deve giocare con la Juventus l'ultima gara del girone. Alcuni dati sono fondamentali. Il Napoli alla quarta vittoria consecutiva, dopo la sconfitta interna con la Lazio si è rialzata prontamente. Il Napoli ha la miglior difesa del campionato con soli 12 gol al passivo, di cui sei presi in sole due gare, sei gol in 17 partite. E addirittura in trasferta ne ha presi solo tre, oltre quelli di Verona. Ruolino di marcia incredibile per i portieri del Napoli: 11 clean sheet, 8 solo Meret. In una stagione eccezionale i numeri sono molti e tanti, tutti favorevoli, ma non fotografano la situazione. A Firenze possiamo dire che è stata la serata dei tre David, perché a Firenze è la città michelangiolesca. In porta la Fiorentina c'ha un David, De Gea, e nel Napoli gioca David Neres, che ha voluto cesellare un gol straordinario in omaggio alla città michelangiolesca. E se vogliamo fare riferimenti letterari, il gesto di Neres, che normalmente è molto serioso, di mimare Il gabbiano ci riporta a Richard Bach, al famoso gabbiano Jonathan Livingston. Bene noi abbiamo un gabbiano in volo, questo Neres che sta sparigliando le carte del campionato e che mette in ombra perfino un giocatore importantissimo come Kvaratskhelia, che dovrà riprendersi non solo fisicamente ma anche mentalmente. Ma io stasera vorrei citare una trilogia, quella di Italo Calvino, grande scrittore del ‘900 italiano del neorealismo. Uno scrittore dalla scrittura fantastico-allegorica e che in una trilogia meravigliosa ha tracciato tre personaggi: il visconte dimezzato, e noi abbiamo Conte che retrocediamo un attimo a visconte. Perché il visconte dimezzato è proprio lui, il nostro mister Antonio Conte. Abbiamo Il barone rampante Aurelio De Laurentis e il cavaliere inesistente Kvaratskhelia. Perché Conte è Il visconte dimezzato? Perché n nella trama del libro c'è un visconte che va in guerra, dalla Liguria parte per la Boemia per partecipare a una guerra e una bomba lo trancia in due. Gli viene ricucita la parte residua e torna al suo paese in Liguria, ma è la sua anima cattiva quella che torna. Cioè quello che vessa tutto e tutti, concupisce una contadinella, fa di tutto per averla con una serie di raggiri. Però poi si ritrova anche l’altra parte, quella del visconte buono, che torna in Liguria e cerca di apparare, come diciamo a Napoli, tutti i disastri che fa la parte cattiva. Alla fine tutte e due concupiscono la stessa ragazza, ma si sfidano al duello. Nel duello il medico amico di entrambi riesce a ricucirli e a farlo tornare Il visconte intero, che sposerà la ragazza. Bene Conte è questo. C'è in lui l'anima cattiva, nel senso di colui che frena, colui che getta sempre un'alea attorno al Napoli di precarietà e volare basso. L'anima frenante di Conte è Il visconte dimezzato cattivo, però c'è anche un visconte buono in Antonio Conte, che trapela ogni tanto. Quando a capodanno dice: ‘Non molleremo’, ma precedentemente dice: ‘Io non firmo per l'obiettivo minimo’ e questo la dice lunga. Quando dice: ‘Daremo fastidio fino in fondo’, che significa siamo il terzo incomodo, i favoriti sono altri, ma noi ci siamo. Questo è la mezza parte buona, noi ci auguriamo che alla fine della stagione si riunisca Il visconte tutto intero e appaia quell'Antonio Conte che sposi la ragazza. Voi immaginate che la sposa sia una cosa triangolare, che non cito, ma avete ben compreso con i tre colori cosa significhi. Perché il Napoli di riffa o di raffa è lì è in lotta. Indiscutibilmente perché il barone rampante è De Laurentis. Il barone rampante chi è? È un barone che litiga col padre e decide di andare a vivere sull'albero e da lì non scende più ma fa tante cose buone. Convince la gente, organizza le rivolte, fa una serie di operazioni importantissime dall'albero. E quando decide di abbandonare lo fa prendendo una mongolfiera e appendendosi al pennone della mongolfiera a terra non scenderà più. Noi questo non lo sappiamo ma De Laurentis Che va sull'Aventino, De Laurentis che lascia la tolda del comando al suo allenatore e si mette in disparte dopo i disastri dell'anno scorso, che sarebbe il litigio paterno, nella trasfigurazione di Calvino. Ebbene quello è Aurelio De Laurentis, che si fa da parte e cambia tutto il suo modo di essere in funzione di una trasformazione completa di questo Napoli, da decimo afflitto a primo in classifica, con tre gol a Firenze che sono tre squilli di trombe al campionato. E alla fine c'è il cavaliere inesistente. Che fine ha fatto Kvicha Kvaratskelia? Che sarà di lui? L'altro cavaliere inesistente è Ngonge, non gioca neanche quando dovrebbe. E la scelta di Conte si è rivelata correttissima con Spinazzola. Ebbene questo cavaliere inesistente, che è quello che muove un'armatura senza il corpo dentro, alla fine troverà un'anima in questo corpo? Sarà Kvara insieme a Neres il portatore della nuova frontiera azzurra? Sono questi gli interrogativi che ci rimangono, ricordando che i tre autori dei gol a Firenze sono gli stessi che hanno battuto il Como, sono i nuovi acquisti. Il pacchetto Conte funziona anche così”.
di Napoli Magazine
06/01/2025 - 11:05
Umberto Chiariello, giornalista, ha commentato la vittoria del Napoli per 0-3 contro la Fiorentina nel suo editoriale per 'Campania Sport' su Canale 21: “Non voglio magnificare il 3-0 di Firenze come una partita di portata storica, ma può essere sicuramente una partita molto significativa in un campionato che vede il Napoli potenzialmente chiudere il girone d'andata da campione d'inverno. Dico potenzialmente, perché dipende dall'Inter che ha due partite ancora da giocare e non dovesse vincerle tutte e due il Napoli sarebbe campione d'inverno. E non si sa se in condominio o meno con l'Atalanta, che deve giocare con la Juventus l'ultima gara del girone. Alcuni dati sono fondamentali. Il Napoli alla quarta vittoria consecutiva, dopo la sconfitta interna con la Lazio si è rialzata prontamente. Il Napoli ha la miglior difesa del campionato con soli 12 gol al passivo, di cui sei presi in sole due gare, sei gol in 17 partite. E addirittura in trasferta ne ha presi solo tre, oltre quelli di Verona. Ruolino di marcia incredibile per i portieri del Napoli: 11 clean sheet, 8 solo Meret. In una stagione eccezionale i numeri sono molti e tanti, tutti favorevoli, ma non fotografano la situazione. A Firenze possiamo dire che è stata la serata dei tre David, perché a Firenze è la città michelangiolesca. In porta la Fiorentina c'ha un David, De Gea, e nel Napoli gioca David Neres, che ha voluto cesellare un gol straordinario in omaggio alla città michelangiolesca. E se vogliamo fare riferimenti letterari, il gesto di Neres, che normalmente è molto serioso, di mimare Il gabbiano ci riporta a Richard Bach, al famoso gabbiano Jonathan Livingston. Bene noi abbiamo un gabbiano in volo, questo Neres che sta sparigliando le carte del campionato e che mette in ombra perfino un giocatore importantissimo come Kvaratskhelia, che dovrà riprendersi non solo fisicamente ma anche mentalmente. Ma io stasera vorrei citare una trilogia, quella di Italo Calvino, grande scrittore del ‘900 italiano del neorealismo. Uno scrittore dalla scrittura fantastico-allegorica e che in una trilogia meravigliosa ha tracciato tre personaggi: il visconte dimezzato, e noi abbiamo Conte che retrocediamo un attimo a visconte. Perché il visconte dimezzato è proprio lui, il nostro mister Antonio Conte. Abbiamo Il barone rampante Aurelio De Laurentis e il cavaliere inesistente Kvaratskhelia. Perché Conte è Il visconte dimezzato? Perché n nella trama del libro c'è un visconte che va in guerra, dalla Liguria parte per la Boemia per partecipare a una guerra e una bomba lo trancia in due. Gli viene ricucita la parte residua e torna al suo paese in Liguria, ma è la sua anima cattiva quella che torna. Cioè quello che vessa tutto e tutti, concupisce una contadinella, fa di tutto per averla con una serie di raggiri. Però poi si ritrova anche l’altra parte, quella del visconte buono, che torna in Liguria e cerca di apparare, come diciamo a Napoli, tutti i disastri che fa la parte cattiva. Alla fine tutte e due concupiscono la stessa ragazza, ma si sfidano al duello. Nel duello il medico amico di entrambi riesce a ricucirli e a farlo tornare Il visconte intero, che sposerà la ragazza. Bene Conte è questo. C'è in lui l'anima cattiva, nel senso di colui che frena, colui che getta sempre un'alea attorno al Napoli di precarietà e volare basso. L'anima frenante di Conte è Il visconte dimezzato cattivo, però c'è anche un visconte buono in Antonio Conte, che trapela ogni tanto. Quando a capodanno dice: ‘Non molleremo’, ma precedentemente dice: ‘Io non firmo per l'obiettivo minimo’ e questo la dice lunga. Quando dice: ‘Daremo fastidio fino in fondo’, che significa siamo il terzo incomodo, i favoriti sono altri, ma noi ci siamo. Questo è la mezza parte buona, noi ci auguriamo che alla fine della stagione si riunisca Il visconte tutto intero e appaia quell'Antonio Conte che sposi la ragazza. Voi immaginate che la sposa sia una cosa triangolare, che non cito, ma avete ben compreso con i tre colori cosa significhi. Perché il Napoli di riffa o di raffa è lì è in lotta. Indiscutibilmente perché il barone rampante è De Laurentis. Il barone rampante chi è? È un barone che litiga col padre e decide di andare a vivere sull'albero e da lì non scende più ma fa tante cose buone. Convince la gente, organizza le rivolte, fa una serie di operazioni importantissime dall'albero. E quando decide di abbandonare lo fa prendendo una mongolfiera e appendendosi al pennone della mongolfiera a terra non scenderà più. Noi questo non lo sappiamo ma De Laurentis Che va sull'Aventino, De Laurentis che lascia la tolda del comando al suo allenatore e si mette in disparte dopo i disastri dell'anno scorso, che sarebbe il litigio paterno, nella trasfigurazione di Calvino. Ebbene quello è Aurelio De Laurentis, che si fa da parte e cambia tutto il suo modo di essere in funzione di una trasformazione completa di questo Napoli, da decimo afflitto a primo in classifica, con tre gol a Firenze che sono tre squilli di trombe al campionato. E alla fine c'è il cavaliere inesistente. Che fine ha fatto Kvicha Kvaratskelia? Che sarà di lui? L'altro cavaliere inesistente è Ngonge, non gioca neanche quando dovrebbe. E la scelta di Conte si è rivelata correttissima con Spinazzola. Ebbene questo cavaliere inesistente, che è quello che muove un'armatura senza il corpo dentro, alla fine troverà un'anima in questo corpo? Sarà Kvara insieme a Neres il portatore della nuova frontiera azzurra? Sono questi gli interrogativi che ci rimangono, ricordando che i tre autori dei gol a Firenze sono gli stessi che hanno battuto il Como, sono i nuovi acquisti. Il pacchetto Conte funziona anche così”.