Calcio
MEDIASET - Schalke 04, Karius: "Mi piacerebbe giocare in Serie A, ho parlato con due squadre italiane ma non abbiamo trovato l'accordo"
21.01.2025 12:43 di Napoli Magazine

La redazione di “SportMediaset”, ha realizzato un’intervista esclusiva al neo-portiere dello Schalke 04 Loris Karius.

 

Sei pronto per questa nuova sfida con lo Schalke 04? “Sì, è molto stimolante per me. Per sei mesi ho pensato a cosa fare, studiando le varie opzioni e cercando la soluzione migliore per me”.

 

Perché proprio lo Schalke? C’è un motivo specifico dietro questa scelta? “Sono tedesco, conosco bene il campionato e lo Schalke 04 è davvero una grande squadra in Germania, con una grande storia. Hanno avuto delle difficoltà negli ultimi anni ma sono qui per aiutare il club a tornare dove merita. Penso ci sia un bel progetto".

 

In questi mesi hai parlato con qualche club italiano? “Sì, certamente. Ho parlato con un paio di squadre, non dirò quali ma poi alla fine, sfortunatamente non abbiamo trovato un accordo. Peccato. Ma se sei un calciatore non ti devi concentrare solo su un campionato. Magari in futuro chissà ma per ora sono contento della scelta che ho fatto".

 

Dopo aver giocato in Bundesliga e in Premier ti piacerebbe giocare in Serie A? “Sì, perché no? Se al momento giusto arrivasse la squadra giusta, perché no? La mia priorità ora è rimettermi in forma, star bene riprendere il ritmo e giocare tante partite. In futuro, perché no?”.

 

Quali sono i tuoi obiettivi per i prossimi anni? “Innanzitutto, mantenermi in salute e poi sperare di poter giocare molte partite e quindi avere ancora qualche buon anno nel calcio. Godermi, divertirmi e giocare ancora qualche anno ad alto livello. Credo che questo sia un buon piano".

 

E se avessi la possibilità di giocare in qualsiasi campionato o club prima di ritirarsi, dove vorresti andare? “Mi piace l’America. Forse la MLS sarebbe l'ultimo passo se ci fossero opzioni disponibili. È sempre stato un Paese che mi è sempre piaciuto visitare in vacanza. Quindi penso che questo potrebbe essere, in un altro momento, un bel progetto”.

 

Ci sono altri sport che segui oltre al calcio?

“Sì, guardo il tennis, il basket e anche il football americano. Anche la NBA. Come sportivo, guardo sempre gli altri sport e osservo i migliori di ogni disciplina per capire cosa li renda così bravi, cosa c'è di diverso. Mi piace guardare lo sport in generale ai massimi livelli e vedere cosa fanno gli altri. A volte è fonte di ispirazione".

 

Come gestisci le critiche che arrivano sui social?

“Quando ero un po' più giovane era più difficile. A volte quando c'erano cose negative, ma anche positive, era difficile rimanere concentrato. Il mio consiglio è di ascoltare il tuo allenatore, la tua famiglia e i tuoi amici perché sono le cose più importanti. Devi tenere fuori tutto il resto, sia che le notizie siano positive sia che le notizie siano negative perché la cosa più importante sono le persone con cui vivi ogni giorno".

 

Hai giocato in diversi Paesi e culture. Qual è l'esperienza che ti ha formato di più come giocatore e come persona? “Penso che il fatto di essermi trasferito in Inghilterra a 16 anni sia stato molto impegnativo. Ma ovviamente questo mi ha fatto crescere e diventare adulto, prendermi cura di me stesso, imparare la lingua, conoscere un nuovo Paese. Trasferirsi così presto lontano da casa e lasciare il proprio Paese è stata una decisione difficile, ma non me ne pento”.

 

Come vedi la tua vita dopo il calcio? Vuoi fare l'allenatore, il commentatore o vuoi fare qualcosa di completamente nuovo? “L’allenatore probabilmente no. Non lo so. Non mi vedo come allenatore in questo momento. Forse l’opinionista. Negli ultimi mesi l’ho fatto un paio di volte in Germania ed è stato divertente. Potrei anche sperimentare cose nuove che non ho mai fatto prima. Mi piace molto la musica. Non so, voglio fare cose che mi piacciono e in cui vedo che posso fare qualcosa di nuovo. Ma sì, credo che commentare il calcio è una cosa che mi piace. Il resto lo devo provare”.

 

Qual è stato il tuo stadio preferito? E che squadra tifavi da bambino? “Da bambino era il Bayern Monaco, perché vivevo lì vicino. Hanno avuto un grande successo in Germania e anche in tutta Europa. Quando ero giovane hanno disputato anche grandi partite con le squadre italiane. Ricordo tutte le partite di Champions League. Sugli stadi, ho avuto la fortuna di giocare in molti grandi stadi. Wembley, ma anche San Siro. Pure Newcastle è stata una grande esperienza”.

 

Al di fuori del calcio, com'è la vita da papà e marito?  “È emozionante. Cambia molto, hai priorità differenti e tua figlia ha bisogno di te sempre. È qualcosa di bellissimo. Al momento il regalo più bello è avere un po' di tempo libero per la tua famiglia, tua moglie e tua figlia per fare cose semplici. È molto bello vedere anche come tua figlia cresca e faccia cose diverse ogni settimana. È molto divertente”.

 

Cosa ti piace di più dell’Italia? “Il cibo, naturalmente, e poi il clima. Ci sono un sacco di posti fantastici dove si può andare al mare in estate, sulle spiagge, anche in montagna in inverno. Penso che l'Italia sia un grande Paese in generale. La lingua è ottima, purtroppo non la parlo ancora correntemente, ma mi sembra molto bella. So che posso costruire alcune frasi, ma voglio iniziare a parlare in italiano quando mi sentirò davvero a mio agio. Mi sto esercitando a casa. Ma il Paese è fantastico, la gente è davvero gentile, il tempo è buono e il cibo è fantastico. È una vita di alta qualità”.

 

Quindi ci incontreremo qui? “Sì, voglio dire, sarò ancora qui per molto tempo, naturalmente, ma ora mi concentrerò sul mio lavoro in Germania. Ma naturalmente sarò ancora qui molto spesso”.

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MEDIASET - Schalke 04, Karius: "Mi piacerebbe giocare in Serie A, ho parlato con due squadre italiane ma non abbiamo trovato l'accordo"

di Napoli Magazine

21/01/2025 - 12:43

La redazione di “SportMediaset”, ha realizzato un’intervista esclusiva al neo-portiere dello Schalke 04 Loris Karius.

 

Sei pronto per questa nuova sfida con lo Schalke 04? “Sì, è molto stimolante per me. Per sei mesi ho pensato a cosa fare, studiando le varie opzioni e cercando la soluzione migliore per me”.

 

Perché proprio lo Schalke? C’è un motivo specifico dietro questa scelta? “Sono tedesco, conosco bene il campionato e lo Schalke 04 è davvero una grande squadra in Germania, con una grande storia. Hanno avuto delle difficoltà negli ultimi anni ma sono qui per aiutare il club a tornare dove merita. Penso ci sia un bel progetto".

 

In questi mesi hai parlato con qualche club italiano? “Sì, certamente. Ho parlato con un paio di squadre, non dirò quali ma poi alla fine, sfortunatamente non abbiamo trovato un accordo. Peccato. Ma se sei un calciatore non ti devi concentrare solo su un campionato. Magari in futuro chissà ma per ora sono contento della scelta che ho fatto".

 

Dopo aver giocato in Bundesliga e in Premier ti piacerebbe giocare in Serie A? “Sì, perché no? Se al momento giusto arrivasse la squadra giusta, perché no? La mia priorità ora è rimettermi in forma, star bene riprendere il ritmo e giocare tante partite. In futuro, perché no?”.

 

Quali sono i tuoi obiettivi per i prossimi anni? “Innanzitutto, mantenermi in salute e poi sperare di poter giocare molte partite e quindi avere ancora qualche buon anno nel calcio. Godermi, divertirmi e giocare ancora qualche anno ad alto livello. Credo che questo sia un buon piano".

 

E se avessi la possibilità di giocare in qualsiasi campionato o club prima di ritirarsi, dove vorresti andare? “Mi piace l’America. Forse la MLS sarebbe l'ultimo passo se ci fossero opzioni disponibili. È sempre stato un Paese che mi è sempre piaciuto visitare in vacanza. Quindi penso che questo potrebbe essere, in un altro momento, un bel progetto”.

 

Ci sono altri sport che segui oltre al calcio?

“Sì, guardo il tennis, il basket e anche il football americano. Anche la NBA. Come sportivo, guardo sempre gli altri sport e osservo i migliori di ogni disciplina per capire cosa li renda così bravi, cosa c'è di diverso. Mi piace guardare lo sport in generale ai massimi livelli e vedere cosa fanno gli altri. A volte è fonte di ispirazione".

 

Come gestisci le critiche che arrivano sui social?

“Quando ero un po' più giovane era più difficile. A volte quando c'erano cose negative, ma anche positive, era difficile rimanere concentrato. Il mio consiglio è di ascoltare il tuo allenatore, la tua famiglia e i tuoi amici perché sono le cose più importanti. Devi tenere fuori tutto il resto, sia che le notizie siano positive sia che le notizie siano negative perché la cosa più importante sono le persone con cui vivi ogni giorno".

 

Hai giocato in diversi Paesi e culture. Qual è l'esperienza che ti ha formato di più come giocatore e come persona? “Penso che il fatto di essermi trasferito in Inghilterra a 16 anni sia stato molto impegnativo. Ma ovviamente questo mi ha fatto crescere e diventare adulto, prendermi cura di me stesso, imparare la lingua, conoscere un nuovo Paese. Trasferirsi così presto lontano da casa e lasciare il proprio Paese è stata una decisione difficile, ma non me ne pento”.

 

Come vedi la tua vita dopo il calcio? Vuoi fare l'allenatore, il commentatore o vuoi fare qualcosa di completamente nuovo? “L’allenatore probabilmente no. Non lo so. Non mi vedo come allenatore in questo momento. Forse l’opinionista. Negli ultimi mesi l’ho fatto un paio di volte in Germania ed è stato divertente. Potrei anche sperimentare cose nuove che non ho mai fatto prima. Mi piace molto la musica. Non so, voglio fare cose che mi piacciono e in cui vedo che posso fare qualcosa di nuovo. Ma sì, credo che commentare il calcio è una cosa che mi piace. Il resto lo devo provare”.

 

Qual è stato il tuo stadio preferito? E che squadra tifavi da bambino? “Da bambino era il Bayern Monaco, perché vivevo lì vicino. Hanno avuto un grande successo in Germania e anche in tutta Europa. Quando ero giovane hanno disputato anche grandi partite con le squadre italiane. Ricordo tutte le partite di Champions League. Sugli stadi, ho avuto la fortuna di giocare in molti grandi stadi. Wembley, ma anche San Siro. Pure Newcastle è stata una grande esperienza”.

 

Al di fuori del calcio, com'è la vita da papà e marito?  “È emozionante. Cambia molto, hai priorità differenti e tua figlia ha bisogno di te sempre. È qualcosa di bellissimo. Al momento il regalo più bello è avere un po' di tempo libero per la tua famiglia, tua moglie e tua figlia per fare cose semplici. È molto bello vedere anche come tua figlia cresca e faccia cose diverse ogni settimana. È molto divertente”.

 

Cosa ti piace di più dell’Italia? “Il cibo, naturalmente, e poi il clima. Ci sono un sacco di posti fantastici dove si può andare al mare in estate, sulle spiagge, anche in montagna in inverno. Penso che l'Italia sia un grande Paese in generale. La lingua è ottima, purtroppo non la parlo ancora correntemente, ma mi sembra molto bella. So che posso costruire alcune frasi, ma voglio iniziare a parlare in italiano quando mi sentirò davvero a mio agio. Mi sto esercitando a casa. Ma il Paese è fantastico, la gente è davvero gentile, il tempo è buono e il cibo è fantastico. È una vita di alta qualità”.

 

Quindi ci incontreremo qui? “Sì, voglio dire, sarò ancora qui per molto tempo, naturalmente, ma ora mi concentrerò sul mio lavoro in Germania. Ma naturalmente sarò ancora qui molto spesso”.