Nel corso della trasmissione "Il Napoli su Telecapri", sulle frequenze di Radio Capri, è intervenuto Michel Ngonge, padre del calciatore azzurro Cyril.
Cosa significa la parola calcio per la famiglia Ngonge?
"Il calcio significa tanto per la nostra famiglia: ho avuto 2 figli, Maxime di 26 anni e Cyril di 24. Quando era piccolo, ho provato a far giocare il primo a calcio ma semplicemente lui non voleva e io non gli ho fatto pressione. Con Cyril è andata in modo completamente diverso, già a 2 anni voleva continuamente il pallone, mi chiedeva di giocare con lui. Oggi è un piacere per me avere un figlio che è diventato professionista, guardo le sue partite, possiamo parlare di calcio, degli allenamenti, non sta giocando molto, ma speriamo che presto possa conquistare la fiducia dell'allenatore, vedremo".
Cosa puoi dirci del piccolo Cyril?
"Ho un sacco di ricordi legati alla sua infanzia, ve ne racconto uno. Quando aveva 6 anni l'ho portato all'Anderlecht. I bambini di quell'età giocano in 5 contro 5 e c'era questo tipo di allenamento dove ad un certo punto tutti i bambini dovevano andare verso la porta per segnare: solo Cyril restava fermo, io da fuori lo incitai a correre ed andare e segnare e così lui andò, solo che mentre gli altri tornarono poi alle loro posizioni lui restò davanti alla porta e non voleva più spostarsi e tutti erano molto divertiti. Quando gli chiesi perchè lui mi rispose che voleva solo far gol".
Quando hai capito che Cyril sarebbe stato un calciatore?
"Devo dire la verità, da quando Ciryl aveva 9 anni mostrava già molte skill da calciatore, dopo all'età di 12 anni continuava ad avere ad esempio un grande dribbling però rispetto ai compagni era più piccolo e così anche se li dribblava dopo tornavano per riconquistare il pallone. Ho capito che sarebbe stato un calciatore davvero verso i 16-17 anni, quando ho visto anche il suo atteggiamento rispetto al calcio: era focalizzato sullâ obiettivo, sugli allenamenti, era meglio di me a quell'età, e quindi ho capito che sarebbe diventato un calciatore".
Cosa ne pensi del Napoli e della Serie A?
"Cyril sta giocando a Napoli oggi, mi piace molto la Serie A, penso che il livello sia molto alto, molto simile alla Premier League, credo sia un campionato che si addice a Cyril. L'ha mostrato a Verona, adesso deve fare un passo in avanti, è nelle mani di un grande allenatore quale Antonio Conte, ha 24 anni, deve imparare, ascoltare quello che gli chiede l'allenatore".
Ci racconti dell'amicizia con Kvaratskhelia?
"Già dall'anno scorso sono diventati molto amici, penso che abbiano un carattere simile, quando sono venuto a Napoli ho visto che parlava spesso con Khvicha, è bello avere un amico all'interno del club, credo siano andati anche insieme a vedere Capri".
Cosa si augura per il futuro di suo figlio?
"Non è facile parlare del futuro. Al momento ha un contratto di 3 anni con il Napoli, ha superato molte prove che lo hanno portato ad essere un giocatore degli azzurri, deve restare umile, penso che con le sue qualità se resta concentrato, può arrivare a giocare di più, ad avere continuità anche nel segnare. Deve imparare, ascoltare Conte e andare avanti".
di Napoli Magazine
13/12/2024 - 13:46
Nel corso della trasmissione "Il Napoli su Telecapri", sulle frequenze di Radio Capri, è intervenuto Michel Ngonge, padre del calciatore azzurro Cyril.
Cosa significa la parola calcio per la famiglia Ngonge?
"Il calcio significa tanto per la nostra famiglia: ho avuto 2 figli, Maxime di 26 anni e Cyril di 24. Quando era piccolo, ho provato a far giocare il primo a calcio ma semplicemente lui non voleva e io non gli ho fatto pressione. Con Cyril è andata in modo completamente diverso, già a 2 anni voleva continuamente il pallone, mi chiedeva di giocare con lui. Oggi è un piacere per me avere un figlio che è diventato professionista, guardo le sue partite, possiamo parlare di calcio, degli allenamenti, non sta giocando molto, ma speriamo che presto possa conquistare la fiducia dell'allenatore, vedremo".
Cosa puoi dirci del piccolo Cyril?
"Ho un sacco di ricordi legati alla sua infanzia, ve ne racconto uno. Quando aveva 6 anni l'ho portato all'Anderlecht. I bambini di quell'età giocano in 5 contro 5 e c'era questo tipo di allenamento dove ad un certo punto tutti i bambini dovevano andare verso la porta per segnare: solo Cyril restava fermo, io da fuori lo incitai a correre ed andare e segnare e così lui andò, solo che mentre gli altri tornarono poi alle loro posizioni lui restò davanti alla porta e non voleva più spostarsi e tutti erano molto divertiti. Quando gli chiesi perchè lui mi rispose che voleva solo far gol".
Quando hai capito che Cyril sarebbe stato un calciatore?
"Devo dire la verità, da quando Ciryl aveva 9 anni mostrava già molte skill da calciatore, dopo all'età di 12 anni continuava ad avere ad esempio un grande dribbling però rispetto ai compagni era più piccolo e così anche se li dribblava dopo tornavano per riconquistare il pallone. Ho capito che sarebbe stato un calciatore davvero verso i 16-17 anni, quando ho visto anche il suo atteggiamento rispetto al calcio: era focalizzato sullâ obiettivo, sugli allenamenti, era meglio di me a quell'età, e quindi ho capito che sarebbe diventato un calciatore".
Cosa ne pensi del Napoli e della Serie A?
"Cyril sta giocando a Napoli oggi, mi piace molto la Serie A, penso che il livello sia molto alto, molto simile alla Premier League, credo sia un campionato che si addice a Cyril. L'ha mostrato a Verona, adesso deve fare un passo in avanti, è nelle mani di un grande allenatore quale Antonio Conte, ha 24 anni, deve imparare, ascoltare quello che gli chiede l'allenatore".
Ci racconti dell'amicizia con Kvaratskhelia?
"Già dall'anno scorso sono diventati molto amici, penso che abbiano un carattere simile, quando sono venuto a Napoli ho visto che parlava spesso con Khvicha, è bello avere un amico all'interno del club, credo siano andati anche insieme a vedere Capri".
Cosa si augura per il futuro di suo figlio?
"Non è facile parlare del futuro. Al momento ha un contratto di 3 anni con il Napoli, ha superato molte prove che lo hanno portato ad essere un giocatore degli azzurri, deve restare umile, penso che con le sue qualità se resta concentrato, può arrivare a giocare di più, ad avere continuità anche nel segnare. Deve imparare, ascoltare Conte e andare avanti".