NAPOLI - Nel fascino di un pomeriggio, illuminato dai raggi solari capaci di rievocare i sapori di un calcio ormai antico, di domenica alle tre, non è stata una passeggiata. Anzi. Il Napoli ha battuto il Venezia, di misura, grazie ad una stoccata vincente di Raspadori, subentrato dalla panchina a gara in corso grazie ad un'intuizione del tecnico partenopeo. Già proprio lui, Jack, l'uomo più ambito nel mercato di gennaio, è stato provvidenziale per riportare gli azzurri in vetta alla classifica di serie A, a pari punti con l'irrefrenabile Atalanta, chiudendo così l'anno 2024 con un sorriso, dopo l'ultima stagione a dir poco deludente. Di sicuro in questa prima fase di stagione nessuna vittoria è stata regalata su un piatto d'argento agli uomini di Conte. Ognuno dei 41 punti conquistati, infatti, è stato sudato e meritato, pertanto il "primato di ricostruzione", varato da Conte, lascia ben sperare per il futuro. La gara con il Venezia ha presentato delle evidenti insidie, con i lagunari abili a passare al 3-5-2 dopo un primo quarto d'ora un pò allo sbando e il Napoli capace di adeguarsi alla contemporanea presenza in campo di Yeboah ed Oristanio, senza lasciarsi sorprendere dalla novità dell'ultimo momento architettata da Di Francesco. Con Kvara un pò svogliato ad inquadrare i pali avversari, come pure nel servire gli assist giusti ai compagni, Neres ha provato a pungere sulla fascia destra con alterni risultati, certamente non entusiasmanti. Piccole fiammate del brasiliano, che mi ha convinto di più sull'out mancino quando sulla fascia destra si è riposizionato Politano (lanciato nella mischia in seguito all'ennesimo tentativo andato a vuoto del georgiano). Così mentre in difesa un super Meret ha spento di piede le poche velleità offensive degli avversari e Juan Jesus non ha commesso gravi orrori, grazie alla preziosa collaborazione di Rrahmani, Di Lorenzo ed Olivera, potendo contare pure su Lobotka ed Anguissa sempre vigili all'occorrenza, mentre McTominay navigava a vista, le note dolenti sono arrivate dal terminale offensivo: Lukaku, purtroppo, non ha impressionato più di tanto, se non nel finale di gara quando ha provato ad incitare il pubblico. Troppo molle in occasione del rigore fallito, con Stankovic che ha candidamente ammesso di essersi tuffato per caso nell'angolo giusto, e poco risolutivo quando il suo mancino si è stampato sul palo grazie ad una leggera deviazione del portiere. Da Lukaku ci si attende molto di più, inutile girarci intorno. E nonostante ciò, il Napoli è lassù. Servono più gol. Nel chiedere a Conte il destino di Raspadori nel post partita mi è parso di capire dalla sua risposta che si sta studiando una posizione da interno di centrocampo per garantirgli maggior minutaggio. Da questa ipotesi, che non è detto possa essere malvagia togliendogli qualcosa dal punto di vista realizzativo (come si è visto proprio contro il Venezia), mi pare evidente che prima di privarsi del numero 81, la società penserà bene alle eventuali alternative (al momento solo Pellegrini potrebbe essere una soluzione intrigante), altrimenti per stessa ammissione dell'allenatore si resterà così, essendo stati assimilati schemi e movimenti, in attesa dell'arrivo di un centrale difensivo (Danilo) per far fronte all'assenza di Buongiorno. Se poi dovesse crearsi il margine per l'arrivo di un bomber, nelle prossime due finestre di mercato, non credo che il Napoli si lascerà sfuggire l'occasione. Intanto grazie Conte (che ha raggiunto i 500 punti totalizzati in serie A da allenatore) e complimenti alla squadra per aver allontanato le delusioni dell'ultima annata, con quel malefico decimo posto che ormai è solo un brutto ricordo. Adesso bisogna solo corredare il tutto con più gol e serenità, ma l'ossatura forte è stata ricostruita con grande lavoro e sacrificio. Per questo bisogna fare il giusto plauso a club e allenatore, è sotto gli occhi di tutti. Ed ora viene il bello. Non disuniamoci! Lottare, soffrire (il meno possibile) e vincere. La strada da percorrere è solo una. D'altronde Conte docet: qui nessuno ama porsi degli obiettivi minimi. Sognare si può!
Antonio Petrazzuolo
di Napoli Magazine
30/12/2024 - 23:00
NAPOLI - Nel fascino di un pomeriggio, illuminato dai raggi solari capaci di rievocare i sapori di un calcio ormai antico, di domenica alle tre, non è stata una passeggiata. Anzi. Il Napoli ha battuto il Venezia, di misura, grazie ad una stoccata vincente di Raspadori, subentrato dalla panchina a gara in corso grazie ad un'intuizione del tecnico partenopeo. Già proprio lui, Jack, l'uomo più ambito nel mercato di gennaio, è stato provvidenziale per riportare gli azzurri in vetta alla classifica di serie A, a pari punti con l'irrefrenabile Atalanta, chiudendo così l'anno 2024 con un sorriso, dopo l'ultima stagione a dir poco deludente. Di sicuro in questa prima fase di stagione nessuna vittoria è stata regalata su un piatto d'argento agli uomini di Conte. Ognuno dei 41 punti conquistati, infatti, è stato sudato e meritato, pertanto il "primato di ricostruzione", varato da Conte, lascia ben sperare per il futuro. La gara con il Venezia ha presentato delle evidenti insidie, con i lagunari abili a passare al 3-5-2 dopo un primo quarto d'ora un pò allo sbando e il Napoli capace di adeguarsi alla contemporanea presenza in campo di Yeboah ed Oristanio, senza lasciarsi sorprendere dalla novità dell'ultimo momento architettata da Di Francesco. Con Kvara un pò svogliato ad inquadrare i pali avversari, come pure nel servire gli assist giusti ai compagni, Neres ha provato a pungere sulla fascia destra con alterni risultati, certamente non entusiasmanti. Piccole fiammate del brasiliano, che mi ha convinto di più sull'out mancino quando sulla fascia destra si è riposizionato Politano (lanciato nella mischia in seguito all'ennesimo tentativo andato a vuoto del georgiano). Così mentre in difesa un super Meret ha spento di piede le poche velleità offensive degli avversari e Juan Jesus non ha commesso gravi orrori, grazie alla preziosa collaborazione di Rrahmani, Di Lorenzo ed Olivera, potendo contare pure su Lobotka ed Anguissa sempre vigili all'occorrenza, mentre McTominay navigava a vista, le note dolenti sono arrivate dal terminale offensivo: Lukaku, purtroppo, non ha impressionato più di tanto, se non nel finale di gara quando ha provato ad incitare il pubblico. Troppo molle in occasione del rigore fallito, con Stankovic che ha candidamente ammesso di essersi tuffato per caso nell'angolo giusto, e poco risolutivo quando il suo mancino si è stampato sul palo grazie ad una leggera deviazione del portiere. Da Lukaku ci si attende molto di più, inutile girarci intorno. E nonostante ciò, il Napoli è lassù. Servono più gol. Nel chiedere a Conte il destino di Raspadori nel post partita mi è parso di capire dalla sua risposta che si sta studiando una posizione da interno di centrocampo per garantirgli maggior minutaggio. Da questa ipotesi, che non è detto possa essere malvagia togliendogli qualcosa dal punto di vista realizzativo (come si è visto proprio contro il Venezia), mi pare evidente che prima di privarsi del numero 81, la società penserà bene alle eventuali alternative (al momento solo Pellegrini potrebbe essere una soluzione intrigante), altrimenti per stessa ammissione dell'allenatore si resterà così, essendo stati assimilati schemi e movimenti, in attesa dell'arrivo di un centrale difensivo (Danilo) per far fronte all'assenza di Buongiorno. Se poi dovesse crearsi il margine per l'arrivo di un bomber, nelle prossime due finestre di mercato, non credo che il Napoli si lascerà sfuggire l'occasione. Intanto grazie Conte (che ha raggiunto i 500 punti totalizzati in serie A da allenatore) e complimenti alla squadra per aver allontanato le delusioni dell'ultima annata, con quel malefico decimo posto che ormai è solo un brutto ricordo. Adesso bisogna solo corredare il tutto con più gol e serenità, ma l'ossatura forte è stata ricostruita con grande lavoro e sacrificio. Per questo bisogna fare il giusto plauso a club e allenatore, è sotto gli occhi di tutti. Ed ora viene il bello. Non disuniamoci! Lottare, soffrire (il meno possibile) e vincere. La strada da percorrere è solo una. D'altronde Conte docet: qui nessuno ama porsi degli obiettivi minimi. Sognare si può!
Antonio Petrazzuolo