NAPOLI - "Sarò con te, e tu non devi mollare, abbiamo un sogno nel cuore, Napoli torna campione!", così, senza troppi giri di parole, i tifosi azzurri presenti sui gelidi spalti del Maradona (otto gradi centigradi, zero percepiti) hanno ringraziato i loro beniamini dopo la quindicesima vittoria stagionale in venti partite disputate, ottenuta in casa contro l'Hellas Verona. Due gol costruiti con caparbietà ed intelligenza, il primo con uno splendido fendente di Di Lorenzo, carambolato prima sul palo e poi sulla schiena di Montipò fino ad insaccarsi nella rete, e l'altro di Anguissa, splendido per esecuzione e rapidità del gesto, apprezzato anche dall'onesto Zanetti in sala stampa a cui va un plauso per l'onestà intellettuale dell'analisi snocciolata, a differenza di Dawidowicz che si è soffermato (a suo dire) sui 2 tiri entrati in porta, secondo le sue personali statistiche, salvo poi ammettere (come ha fatto il suo allenatore) la superiorità degli avversari. Conte predica calma e fa bene, sottolinea l'importanza di costruire basi solide per le vittorie del futuro necessarie per avere un Napoli sempre in vetta alla classifica, non per caso ma grazie alla programmazione e al lavoro svolto. E su questo aspetto siamo tutti d'accordo. Nessuno può negare quanto si sta facendo e vedere gli azzurri lassù, con ampio merito, fa più che piacere, in attesa che si completi il quadro con i recuperi delle gare di Inter e Atalanta, mentre in panchina si è visto Hasa e sugli spalti Billing. Capisco l'opportunità di non eccedere in facili entusiasmi, ma io vedo sempre di più una squadra in crescita, concreta e che non sbaglia un colpo. Penso a Meret che, svirgolata a parte, sembra più sereno, come pure Juan Jesus e Spinazzola, dei quali davvero non si può parlare male in questo momento. Gol a parte, Di Lorenzo è tornato ad essere sui livelli del Napoli dello scudetto. E chi invece, a mio avviso, ha perfino superato il rendimento offerto nell'annata tricolore è Amir Rrahmani: al di là della pericolosità di testa in area di rigore avversaria, non sta sbagliando un colpo in termini di concentrazione, si sta rivelando un gigante che si è caricato sulle spalle il peso della difesa in attesa del rientro di Buongiorno (che ho visto sorridente nel post gara nel sottopassaggio degli spogliatoi). Il centrocampo brilla. Lobotka, il cui valore di mercato dal mio punto di vista supera i 100 milioni, è un faro insormontabile, così come lo è Frank-Zambo Anguissa. Su quest'ultimo, mentre ero avvolto nel mio giubbino termico, ho sentito qualche frase di dissenso di troppo per le due occasioni svanite prima dell'eurogol realizzato. Anguissa è fondamentale soprattutto per gli equilibri di squadra, perchè è tornato ad essere un muro invalicabile, per certi versi alla stregua di Scott McTominay. Certo, qualche gol in più dai parte dei centrocampisti non guasterebbe, ma diamo tempo al tempo, considerando pure che sia Politano che (ovviamente lo stratosferico) Neres effettuano un lavoro di raccordo non da poco. Lukaku, infine, con la sponda per Di Lorenzo, e il suo mancino a giro sul fondo, si è messo in luce, risultando fastidioso nel ruolo di boa. Mi è piaciuta anche la scelta di utilizzare le 5 sostituzioni per dare spazio a Simeone, Raspadori, Ngonge, Mazzocchi e Zerbin. Così si sentono tutti utili. Ed è proprio mentre si costruisce, con il fulmine a ciel sereno georgiano che sembra già un ricordo lontano e l'infortunio di Buongiorno destinato a rientrare (idem per l'affaticato Olivera, questi ultimi due entrambi presenti allo stadio a differenza del 77), che divampa con forza, soddisfazione ed allegria il Napoli in vetta alla classifica. Nessuno sta regalando niente, per cui questo primo posto ce lo teniamo ben stretto. D'altronde sognare non costa nulla, e questa squadra permette di volare con la fantasia. Piccola chiosa finale: immagino la scena di chi si è presentato da Conte, chiedendo di essere ceduto, a metà stagione con il club in vetta alla Serie A, per motivi legati al denaro o per trovare altrove maggiore spazio: sia dal punto di vista sportivo che personale, sono state scelte davvero deludenti, tanto onore essere allenati da un tecnico top che può solo insegnare a restare a livelli internazionali, ognuno per la propria strada, qui il cielo sarà sempre azzurro e la neve sul Vesuvio si scioglierà sempre al primo sole. Altrove non so che prospettive ci saranno, ma a noi poco importa perchè pensiamo al nostro sogno nel cuore, che diventa sempre più concreto e fastidioso per gli altri.
Antonio Petrazzuolo
di Napoli Magazine
13/01/2025 - 09:00
NAPOLI - "Sarò con te, e tu non devi mollare, abbiamo un sogno nel cuore, Napoli torna campione!", così, senza troppi giri di parole, i tifosi azzurri presenti sui gelidi spalti del Maradona (otto gradi centigradi, zero percepiti) hanno ringraziato i loro beniamini dopo la quindicesima vittoria stagionale in venti partite disputate, ottenuta in casa contro l'Hellas Verona. Due gol costruiti con caparbietà ed intelligenza, il primo con uno splendido fendente di Di Lorenzo, carambolato prima sul palo e poi sulla schiena di Montipò fino ad insaccarsi nella rete, e l'altro di Anguissa, splendido per esecuzione e rapidità del gesto, apprezzato anche dall'onesto Zanetti in sala stampa a cui va un plauso per l'onestà intellettuale dell'analisi snocciolata, a differenza di Dawidowicz che si è soffermato (a suo dire) sui 2 tiri entrati in porta, secondo le sue personali statistiche, salvo poi ammettere (come ha fatto il suo allenatore) la superiorità degli avversari. Conte predica calma e fa bene, sottolinea l'importanza di costruire basi solide per le vittorie del futuro necessarie per avere un Napoli sempre in vetta alla classifica, non per caso ma grazie alla programmazione e al lavoro svolto. E su questo aspetto siamo tutti d'accordo. Nessuno può negare quanto si sta facendo e vedere gli azzurri lassù, con ampio merito, fa più che piacere, in attesa che si completi il quadro con i recuperi delle gare di Inter e Atalanta, mentre in panchina si è visto Hasa e sugli spalti Billing. Capisco l'opportunità di non eccedere in facili entusiasmi, ma io vedo sempre di più una squadra in crescita, concreta e che non sbaglia un colpo. Penso a Meret che, svirgolata a parte, sembra più sereno, come pure Juan Jesus e Spinazzola, dei quali davvero non si può parlare male in questo momento. Gol a parte, Di Lorenzo è tornato ad essere sui livelli del Napoli dello scudetto. E chi invece, a mio avviso, ha perfino superato il rendimento offerto nell'annata tricolore è Amir Rrahmani: al di là della pericolosità di testa in area di rigore avversaria, non sta sbagliando un colpo in termini di concentrazione, si sta rivelando un gigante che si è caricato sulle spalle il peso della difesa in attesa del rientro di Buongiorno (che ho visto sorridente nel post gara nel sottopassaggio degli spogliatoi). Il centrocampo brilla. Lobotka, il cui valore di mercato dal mio punto di vista supera i 100 milioni, è un faro insormontabile, così come lo è Frank-Zambo Anguissa. Su quest'ultimo, mentre ero avvolto nel mio giubbino termico, ho sentito qualche frase di dissenso di troppo per le due occasioni svanite prima dell'eurogol realizzato. Anguissa è fondamentale soprattutto per gli equilibri di squadra, perchè è tornato ad essere un muro invalicabile, per certi versi alla stregua di Scott McTominay. Certo, qualche gol in più dai parte dei centrocampisti non guasterebbe, ma diamo tempo al tempo, considerando pure che sia Politano che (ovviamente lo stratosferico) Neres effettuano un lavoro di raccordo non da poco. Lukaku, infine, con la sponda per Di Lorenzo, e il suo mancino a giro sul fondo, si è messo in luce, risultando fastidioso nel ruolo di boa. Mi è piaciuta anche la scelta di utilizzare le 5 sostituzioni per dare spazio a Simeone, Raspadori, Ngonge, Mazzocchi e Zerbin. Così si sentono tutti utili. Ed è proprio mentre si costruisce, con il fulmine a ciel sereno georgiano che sembra già un ricordo lontano e l'infortunio di Buongiorno destinato a rientrare (idem per l'affaticato Olivera, questi ultimi due entrambi presenti allo stadio a differenza del 77), che divampa con forza, soddisfazione ed allegria il Napoli in vetta alla classifica. Nessuno sta regalando niente, per cui questo primo posto ce lo teniamo ben stretto. D'altronde sognare non costa nulla, e questa squadra permette di volare con la fantasia. Piccola chiosa finale: immagino la scena di chi si è presentato da Conte, chiedendo di essere ceduto, a metà stagione con il club in vetta alla Serie A, per motivi legati al denaro o per trovare altrove maggiore spazio: sia dal punto di vista sportivo che personale, sono state scelte davvero deludenti, tanto onore essere allenati da un tecnico top che può solo insegnare a restare a livelli internazionali, ognuno per la propria strada, qui il cielo sarà sempre azzurro e la neve sul Vesuvio si scioglierà sempre al primo sole. Altrove non so che prospettive ci saranno, ma a noi poco importa perchè pensiamo al nostro sogno nel cuore, che diventa sempre più concreto e fastidioso per gli altri.
Antonio Petrazzuolo