Liliana Segre ha rinunciato a partecipare a un'iniziativa al Memoriale della Shoah di Milano per il Giorno della Memoria, a causa della "marea di insulti" pubblicata sui social per le proiezioni di un documentario sulla sua storia. La senatrice a vita, sopravvissuta ai campi di concentramento, era profondamente "provata" da questa ondata di odio. Lo ha reso noto il presidente dello stesso Memoriale, Roberto Jarach, a margine della posa delle pietre d'inciampo per Aldo, Elena, Emilia e Italo Levi.
"Fare soldi con il film, hanno scritto alcuni. Siamo arrivati a bassezze di questo tipo. Ma come si fa? Vorremmo che questi eccessi fossero frenati ed eliminati", ha detto Jarach. "Per la comunità ebraica questo è stato un anno di preoccupazione, abbiamo seguito con grande tensione quello che succede in Medioriente e questo primo rilascio di ostaggi ci fa sperare. Quello che noi speriamo è però che anche in Italia, indipendentemente da quello che succede e dalle idee politiche di ciascuno, cessino queste esternazioni d'odio che colpiscono persone come la senatrice Liliana Segre che certamente non merita questi attacchi", ha aggiunto.
Per Jarach, "le parole sono pesanti, devono essere usate accuratamente, non bisogna abusare come ormai è quasi abitudine, come parlare di genocidio. Ma soprattutto evitare quelle espressioni d'odio che poi molto facilmente debordano in antisemitismo e che non fanno che creare ulteriori tensioni nella nostra società. Abbiamo bisogno di tranquillità e di obiettività. La comunità ebraica vive all'interno inserita nella società civile, siamo parte integrante, dunque non c'è nessun motivo di smuovere questo tipo di accuse".
"Già da un paio di anni abbiamo presentato querele per i casi più eclatanti. Qui è più complicato, perché i sono numeri tali che è anche di difficile gestione", ha commentato il figlio di Liliana Segre, l'avvocato Luciano Belli Paci. "Il documentario è distribuito in tutta Italia, ci sono decine di pagine di cinema che lo stanno pubblicizzando sui loro social e su ciascuna di queste pagine sono centinaia i commenti. Valuteremo per i casi peggiori e più pesanti, con il nostro penalista, le iniziative da prendere. Nulla di nuovo, purtroppo siamo abituati. Qualunque cosa su qualunque argomento venga detto da Liliana Segre è occasione per questo scatenamento. Certamente questa valanga piuttosto impressionante di messaggi di odiatori su tutte le pagine social dei vari cinema che proiettano il documentario non le ha fatto piacere".
"Mia madre è molto stanca, essendo una persona di 94 anni", ha proseguito Luciano Belli Paci. "Proprio per questa stanchezza aveva già deciso di ridurre gli impegni alla celebrazione al Quirinale per il Giorno della Memoria, che quest'anno sarà il 28 gennaio perché il 27 gennaio il presidente Mattarella è in visita ad Auschwitz. Sicuramente mia madre è amareggiata, ma non si fa intimidire".
di Napoli Magazine
23/01/2025 - 14:18
Liliana Segre ha rinunciato a partecipare a un'iniziativa al Memoriale della Shoah di Milano per il Giorno della Memoria, a causa della "marea di insulti" pubblicata sui social per le proiezioni di un documentario sulla sua storia. La senatrice a vita, sopravvissuta ai campi di concentramento, era profondamente "provata" da questa ondata di odio. Lo ha reso noto il presidente dello stesso Memoriale, Roberto Jarach, a margine della posa delle pietre d'inciampo per Aldo, Elena, Emilia e Italo Levi.
"Fare soldi con il film, hanno scritto alcuni. Siamo arrivati a bassezze di questo tipo. Ma come si fa? Vorremmo che questi eccessi fossero frenati ed eliminati", ha detto Jarach. "Per la comunità ebraica questo è stato un anno di preoccupazione, abbiamo seguito con grande tensione quello che succede in Medioriente e questo primo rilascio di ostaggi ci fa sperare. Quello che noi speriamo è però che anche in Italia, indipendentemente da quello che succede e dalle idee politiche di ciascuno, cessino queste esternazioni d'odio che colpiscono persone come la senatrice Liliana Segre che certamente non merita questi attacchi", ha aggiunto.
Per Jarach, "le parole sono pesanti, devono essere usate accuratamente, non bisogna abusare come ormai è quasi abitudine, come parlare di genocidio. Ma soprattutto evitare quelle espressioni d'odio che poi molto facilmente debordano in antisemitismo e che non fanno che creare ulteriori tensioni nella nostra società. Abbiamo bisogno di tranquillità e di obiettività. La comunità ebraica vive all'interno inserita nella società civile, siamo parte integrante, dunque non c'è nessun motivo di smuovere questo tipo di accuse".
"Già da un paio di anni abbiamo presentato querele per i casi più eclatanti. Qui è più complicato, perché i sono numeri tali che è anche di difficile gestione", ha commentato il figlio di Liliana Segre, l'avvocato Luciano Belli Paci. "Il documentario è distribuito in tutta Italia, ci sono decine di pagine di cinema che lo stanno pubblicizzando sui loro social e su ciascuna di queste pagine sono centinaia i commenti. Valuteremo per i casi peggiori e più pesanti, con il nostro penalista, le iniziative da prendere. Nulla di nuovo, purtroppo siamo abituati. Qualunque cosa su qualunque argomento venga detto da Liliana Segre è occasione per questo scatenamento. Certamente questa valanga piuttosto impressionante di messaggi di odiatori su tutte le pagine social dei vari cinema che proiettano il documentario non le ha fatto piacere".
"Mia madre è molto stanca, essendo una persona di 94 anni", ha proseguito Luciano Belli Paci. "Proprio per questa stanchezza aveva già deciso di ridurre gli impegni alla celebrazione al Quirinale per il Giorno della Memoria, che quest'anno sarà il 28 gennaio perché il 27 gennaio il presidente Mattarella è in visita ad Auschwitz. Sicuramente mia madre è amareggiata, ma non si fa intimidire".