Umberto Chiariello, giornalista, ha commentato la vittoria del Napoli contro l'Udinese, nel suo editoriale per "Campania Sport", trasmissione in onda su Canale 21: "Oggi pomeriggio a intervalli di tempo dati, mi è venuta in mente un’opera teatrale: ‘L’inferno siamo noi’. Conte, conferenza stampa lampo, nervosissimo ieri. Napoli che non aveva mai perso due partite di seguito, settimana con la Lazio terribile, e la necessità di rialzarsi subito era impellente. Pronti via abbiamo sperato che l’Atalanta si fermasse, alle 16 comincia l’inferno napoletano: l’Atalanta va in vantaggio e riesce a conservalo. Alle 17 il Napoli ha 5 punti dall’Atalanta, la pressione diventa altissima. Non basta perché il Napoli scende in campo alle 18, Neres ha un paio di occasioni che non riesce a sfruttare, Lobotka fa un fallo di mano evidente, rigore, Meret lo para ma Thauvin sulla respinta segna. Finisce così il primo tempo, fino alle 19 siamo sulla graticola e l’inferno siamo noi. Immaginate il Napoli che esce sconfitto da Udine, vede andare via l’Atalanta e si vede azzannato da tutto il gruppo selvaggio del vertice della classifica. I segnali di crisi sarebbero stati più che evidenti. Ma dalle 19 alle 20 accade quello che noi ci aspettiamo da una squadra di Conte, che abbia nervo, carattere e continuità. Il Napoli nel secondo tempo entra in campo con un piglio diverso, comincia a verticalizzare in maniera costante. Finalmente il pachidermico Lukaku che nel primo aveva toccato tre palloni, il primo molto bello per Neres, detta il passaggio in profondità a McTominay, il peggiore nella prima frazione di gioco, e vola in porta da carrarmato e la mette dentro, cambia la partita. Il Napoli è legato al suo destino assolutamente al suo centravanti, che sarà anche criticato e criticabile perché è statico, ma finora ha fatto 6 gol tutti importantissimi e 4 assist. Le sorti del Napoli non possono prescindere da Big Rom. Neres si accende, sarebbe una partita da 8 per come va via sempre all’avversario, ma nella rifinitura si perde. Ad un certo punto inscena un dribbling tra tre uomini, manda letteralmente in confusione la difesa avversaria che si fa gol da sola. Nel finale un’altra verticalizzazione: Simeone, appena entrato, subito palla per Anguissa, che fa il Lukaku: di forza, accelerazione e potenza va in porta e segna, apoteosi. Napoli che vola alla rincorsa dell’Atalanta, 37 a 35, ora il peso è sull’Inter che deve giocare a Roma contro quella meravigliosa Lazio, che dopo aver battuto due volte il Napoli è andata a sbancare l’Ajax ad Amsterdam. Intendiamoci, il Napoli ha fatto 3 gol, cosa che non accadeva da tempo. Quando segna Big Rom, col Milan, con la Roma, con l’Udinese, il Napoli vince: destini totalmente correlati. Il Napoli nel secondo tempo è sicuramente una squadra che fa bene sperare, ma i difetti e i problemi restano: giro palla lento, poco ritmo, poca intensità, poca idea di gioco. Conte non è miope, queste cose le vede e le sa, ma sta lavorando per migliorare e la qualità dell’organico, dei 14 uomini della prima squadra, oggi è venuta fuori. Vale a dire quelli che sono costati a botte di 30 milioni, perché Neres al posto di Kvaratskhelia non l’ha fatto per niente rimpiangere, pur giocando a sinistra dove non preferisce giocare. Tutto è bene quel che finisce bene, stasera possiamo cantare con Antonello Venditti: ‘Benvenuti in Paradiso’, ma la paura anche oggi è stata tanta. Però si dice che la paura è il grande motore per la vittoria, perché solo quando temi di non arrivare al traguardo è in quel momento che se hai la stoffa dai quel qualcosa in più. E il Napoli di Conte ci rasserena, quel qualcosa in più c’é!”.
di Napoli Magazine
14/12/2024 - 23:30
Umberto Chiariello, giornalista, ha commentato la vittoria del Napoli contro l'Udinese, nel suo editoriale per "Campania Sport", trasmissione in onda su Canale 21: "Oggi pomeriggio a intervalli di tempo dati, mi è venuta in mente un’opera teatrale: ‘L’inferno siamo noi’. Conte, conferenza stampa lampo, nervosissimo ieri. Napoli che non aveva mai perso due partite di seguito, settimana con la Lazio terribile, e la necessità di rialzarsi subito era impellente. Pronti via abbiamo sperato che l’Atalanta si fermasse, alle 16 comincia l’inferno napoletano: l’Atalanta va in vantaggio e riesce a conservalo. Alle 17 il Napoli ha 5 punti dall’Atalanta, la pressione diventa altissima. Non basta perché il Napoli scende in campo alle 18, Neres ha un paio di occasioni che non riesce a sfruttare, Lobotka fa un fallo di mano evidente, rigore, Meret lo para ma Thauvin sulla respinta segna. Finisce così il primo tempo, fino alle 19 siamo sulla graticola e l’inferno siamo noi. Immaginate il Napoli che esce sconfitto da Udine, vede andare via l’Atalanta e si vede azzannato da tutto il gruppo selvaggio del vertice della classifica. I segnali di crisi sarebbero stati più che evidenti. Ma dalle 19 alle 20 accade quello che noi ci aspettiamo da una squadra di Conte, che abbia nervo, carattere e continuità. Il Napoli nel secondo tempo entra in campo con un piglio diverso, comincia a verticalizzare in maniera costante. Finalmente il pachidermico Lukaku che nel primo aveva toccato tre palloni, il primo molto bello per Neres, detta il passaggio in profondità a McTominay, il peggiore nella prima frazione di gioco, e vola in porta da carrarmato e la mette dentro, cambia la partita. Il Napoli è legato al suo destino assolutamente al suo centravanti, che sarà anche criticato e criticabile perché è statico, ma finora ha fatto 6 gol tutti importantissimi e 4 assist. Le sorti del Napoli non possono prescindere da Big Rom. Neres si accende, sarebbe una partita da 8 per come va via sempre all’avversario, ma nella rifinitura si perde. Ad un certo punto inscena un dribbling tra tre uomini, manda letteralmente in confusione la difesa avversaria che si fa gol da sola. Nel finale un’altra verticalizzazione: Simeone, appena entrato, subito palla per Anguissa, che fa il Lukaku: di forza, accelerazione e potenza va in porta e segna, apoteosi. Napoli che vola alla rincorsa dell’Atalanta, 37 a 35, ora il peso è sull’Inter che deve giocare a Roma contro quella meravigliosa Lazio, che dopo aver battuto due volte il Napoli è andata a sbancare l’Ajax ad Amsterdam. Intendiamoci, il Napoli ha fatto 3 gol, cosa che non accadeva da tempo. Quando segna Big Rom, col Milan, con la Roma, con l’Udinese, il Napoli vince: destini totalmente correlati. Il Napoli nel secondo tempo è sicuramente una squadra che fa bene sperare, ma i difetti e i problemi restano: giro palla lento, poco ritmo, poca intensità, poca idea di gioco. Conte non è miope, queste cose le vede e le sa, ma sta lavorando per migliorare e la qualità dell’organico, dei 14 uomini della prima squadra, oggi è venuta fuori. Vale a dire quelli che sono costati a botte di 30 milioni, perché Neres al posto di Kvaratskhelia non l’ha fatto per niente rimpiangere, pur giocando a sinistra dove non preferisce giocare. Tutto è bene quel che finisce bene, stasera possiamo cantare con Antonello Venditti: ‘Benvenuti in Paradiso’, ma la paura anche oggi è stata tanta. Però si dice che la paura è il grande motore per la vittoria, perché solo quando temi di non arrivare al traguardo è in quel momento che se hai la stoffa dai quel qualcosa in più. E il Napoli di Conte ci rasserena, quel qualcosa in più c’é!”.