Intervistato da El Hormiguero di Pablo Motos, Rodri, centrocampista del Manchester City, Pallone d’Oro in carica, ha toccato diversi temi, dal Pallone d’Oro alla salute mentale, fino alla sua esperienza personale con l’infortunio.
Queste le sue parole: “Morata e i problemi? Durante l’Europeo sapevo già che qualcosa non andava in lui. È un mio amico e avevo capito che c’era un problema”.
La salute mentale e la leadership di Morata: “Il cervello non fa distinzione tra denaro e fama. Non ci preparano per certe situazioni, come perdere una partita o gestire pressioni enormi. Quando Morata, capitano della nazionale, ha avuto il coraggio di aprirsi, l’ho trovato esemplare”. Ha poi aggiunto che, nonostante le differenze tra i tecnici, sia Luis de la Fuente che Pep Guardiola influenzano i giocatori: “De la Fuente parla meno di Guardiola, ma sa quando farsi sentire. Pep, invece, è molto più intenso”.
Sul Pallone d’Oro: “Abbiamo vissuto uno dei migliori periodi del nostro calcio, ma con un solo Pallone d’Oro vinto. Ho voluto rendere omaggio a quella generazione incredibile che non ha ricevuto il riconoscimento che meritava”. Parlando della controversia su Vinícius, ha rivelato di essere rimasto sorpreso dalle voci insistenti sulla sua vittoria: “Non ero ottimista. Durante la giornata della cerimonia, però, ho iniziato a ricevere messaggi e vedere reazioni a Parigi. È stata una sorpresa”.
Infine, su Messi e Cristiano Ronaldo: “Messi è il migliore della storia, senza dubbio. Cristiano ha raggiunto livelli straordinari, ma senza quel talento innato di Leo. Quando giochi contro di loro, ti rendi conto della differenza: Messi era letale ovunque ricevesse il pallone”.
di Napoli Magazine
21/11/2024 - 00:45
Intervistato da El Hormiguero di Pablo Motos, Rodri, centrocampista del Manchester City, Pallone d’Oro in carica, ha toccato diversi temi, dal Pallone d’Oro alla salute mentale, fino alla sua esperienza personale con l’infortunio.
Queste le sue parole: “Morata e i problemi? Durante l’Europeo sapevo già che qualcosa non andava in lui. È un mio amico e avevo capito che c’era un problema”.
La salute mentale e la leadership di Morata: “Il cervello non fa distinzione tra denaro e fama. Non ci preparano per certe situazioni, come perdere una partita o gestire pressioni enormi. Quando Morata, capitano della nazionale, ha avuto il coraggio di aprirsi, l’ho trovato esemplare”. Ha poi aggiunto che, nonostante le differenze tra i tecnici, sia Luis de la Fuente che Pep Guardiola influenzano i giocatori: “De la Fuente parla meno di Guardiola, ma sa quando farsi sentire. Pep, invece, è molto più intenso”.
Sul Pallone d’Oro: “Abbiamo vissuto uno dei migliori periodi del nostro calcio, ma con un solo Pallone d’Oro vinto. Ho voluto rendere omaggio a quella generazione incredibile che non ha ricevuto il riconoscimento che meritava”. Parlando della controversia su Vinícius, ha rivelato di essere rimasto sorpreso dalle voci insistenti sulla sua vittoria: “Non ero ottimista. Durante la giornata della cerimonia, però, ho iniziato a ricevere messaggi e vedere reazioni a Parigi. È stata una sorpresa”.
Infine, su Messi e Cristiano Ronaldo: “Messi è il migliore della storia, senza dubbio. Cristiano ha raggiunto livelli straordinari, ma senza quel talento innato di Leo. Quando giochi contro di loro, ti rendi conto della differenza: Messi era letale ovunque ricevesse il pallone”.