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IL COMMENTO - Carnevale: "Sono un ragazzo orfano dall'età di 14 anni, mio padre uccise mia madre, il calcio mi ha salvato la vita"
22.11.2024 12:26 di Napoli Magazine

Andrea Carnevale, ex calciatore del Napoli e della Nazionale e figlio di una vittima di femminicidio, a 63 anni è diventato testimonial per Telefono Donna, un'associazione di supporto a donne e famiglie in difficoltà. Toccante è quanto ha raccontato nella Biblioteca della Camera dei deputat. Ecco le sue parole riportate da da Il Mattino: "Sono un ragazzo orfano dall'età di 14 anni, mio padre uccise mia madre. Lui era malato e avrebbe dovuto essere curato. Si suicidò anni dopo. Ho trovato il coraggio di parlarne dopo 50 anni. Non ho mai voluto esternare questi fatti perché le mie sorelle sono ancora sotto shock. Col tempo sono riuscito a tirar fuori il dolore che mi ha sempre accompagnato. A 63 anni devo lasciare qualcosa al futuro. Ero un bambino a 14 anni e la fortuna ha voluto che diventassi un bravo calciatore, cosa che mi ha stravolto la vita in positivo. Quella rabbia che non ho nella vita perché ho un carattere docile, l'ho portata in campo dove davo tutto me stesso. Non è facile vivere 50 anni con il peso che ho portato. Con il tempo ho capito che parlarne è una terapia. Mia madre non voleva andassi dai carabinieri a denunciare un padre violento e geloso che lanciava piatti, la picchiava e minacciava. Ma io ci andavo di nascosto. E mi sentivo rispondere che non potevano intervenire se non vedevano il sangue. Se un bambino com'ero io all'epoca dei fatti, tutte le sere va dai carabinieri e racconta che sette figli vivono nel terrore, tu che rappresenti lo Stato, hai il dovere di segnalare. Un bambino non può sapere a chi rivolgersi. Cè bisogno di percorsi di accompagnamento e di dare coraggio alle donne. Il calcio mi ha salvato, senza dubbio. È stata la mia svolta perché quel pallone mi ha fatto innamorare".

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22/11/2024 - 12:26

Andrea Carnevale, ex calciatore del Napoli e della Nazionale e figlio di una vittima di femminicidio, a 63 anni è diventato testimonial per Telefono Donna, un'associazione di supporto a donne e famiglie in difficoltà. Toccante è quanto ha raccontato nella Biblioteca della Camera dei deputat. Ecco le sue parole riportate da da Il Mattino: "Sono un ragazzo orfano dall'età di 14 anni, mio padre uccise mia madre. Lui era malato e avrebbe dovuto essere curato. Si suicidò anni dopo. Ho trovato il coraggio di parlarne dopo 50 anni. Non ho mai voluto esternare questi fatti perché le mie sorelle sono ancora sotto shock. Col tempo sono riuscito a tirar fuori il dolore che mi ha sempre accompagnato. A 63 anni devo lasciare qualcosa al futuro. Ero un bambino a 14 anni e la fortuna ha voluto che diventassi un bravo calciatore, cosa che mi ha stravolto la vita in positivo. Quella rabbia che non ho nella vita perché ho un carattere docile, l'ho portata in campo dove davo tutto me stesso. Non è facile vivere 50 anni con il peso che ho portato. Con il tempo ho capito che parlarne è una terapia. Mia madre non voleva andassi dai carabinieri a denunciare un padre violento e geloso che lanciava piatti, la picchiava e minacciava. Ma io ci andavo di nascosto. E mi sentivo rispondere che non potevano intervenire se non vedevano il sangue. Se un bambino com'ero io all'epoca dei fatti, tutte le sere va dai carabinieri e racconta che sette figli vivono nel terrore, tu che rappresenti lo Stato, hai il dovere di segnalare. Un bambino non può sapere a chi rivolgersi. Cè bisogno di percorsi di accompagnamento e di dare coraggio alle donne. Il calcio mi ha salvato, senza dubbio. È stata la mia svolta perché quel pallone mi ha fatto innamorare".