Goran Pandev, ex attaccante di Napoli e Genoa tra le altre, ha rilasciato alcune dichiarazioni a La Gazzetta dello Sport:
Un pensiero su Simone Inzaghi, che ha giocato con lei ai tempi della Lazio.
"Era un malato del calcio già a quel tempo, una specie di predestinato, sapeva tutto di tutti, gli facevi il nome di un calciatore di C e lui buttava giù una relazione".
Di Gasperini, invece, che mi dice?
"La fortuna di qualsiasi attaccante è di essere allenato da uno come lui. Si capiva che aveva qualcosa di speciale e si vede: ti cambia la vita".
Cosa ne pensa, invece, di Conte?
"Conte è una garanzia, come Simone e come Gasperini. Io non ho difficoltà a sbilanciarmi: questo scudetto se lo giocheranno Atalanta, Inter e Napoli, in ordine alfabetico, hanno qualcosa più delle altre ed hanno allenatori che incidono".
Sarà, quindi, un campionato equilibrato.
"Molto e che si deciderà nelle ultimissime giornate. Ora verranno i mesi difficili, la Champions lunga può essere un fattore e il Napoli che non ha impegni può approfittarne. A volte le differenze, minime, si nascondono in apparenti dettagli: giocare ogni tre giorni, a quel livello poi, ti consuma fisicamente e nervosamente. E puoi avere organici ricchi ma non è detto che possa bastare".
A proposito, lei a Conte ha portato via - con il Napoli - anche una Coppa Italia.
"Finale a Roma del 2012, 2-0 per noi, segnò Cavani su rigore e poi la chiuse Hamsik. Contropiede fulminante, a Marek bastò appoggiarla: l’assist fu perfetto, una palla deliziosa. Mi sono divertito tanto, con quel gruppo e anche con quello successivo. Squadra che aveva sensibilità tecnica, rapidità: arrivai e c’erano Cavani, Lavezzi e Hamsik; poi rientrò Insigne e quindi, con Benitez, l’atterraggio di Higuain, Callejon, Mertens. Che piedi, ragazzi".
di Napoli Magazine
21/12/2024 - 08:50
Goran Pandev, ex attaccante di Napoli e Genoa tra le altre, ha rilasciato alcune dichiarazioni a La Gazzetta dello Sport:
Un pensiero su Simone Inzaghi, che ha giocato con lei ai tempi della Lazio.
"Era un malato del calcio già a quel tempo, una specie di predestinato, sapeva tutto di tutti, gli facevi il nome di un calciatore di C e lui buttava giù una relazione".
Di Gasperini, invece, che mi dice?
"La fortuna di qualsiasi attaccante è di essere allenato da uno come lui. Si capiva che aveva qualcosa di speciale e si vede: ti cambia la vita".
Cosa ne pensa, invece, di Conte?
"Conte è una garanzia, come Simone e come Gasperini. Io non ho difficoltà a sbilanciarmi: questo scudetto se lo giocheranno Atalanta, Inter e Napoli, in ordine alfabetico, hanno qualcosa più delle altre ed hanno allenatori che incidono".
Sarà, quindi, un campionato equilibrato.
"Molto e che si deciderà nelle ultimissime giornate. Ora verranno i mesi difficili, la Champions lunga può essere un fattore e il Napoli che non ha impegni può approfittarne. A volte le differenze, minime, si nascondono in apparenti dettagli: giocare ogni tre giorni, a quel livello poi, ti consuma fisicamente e nervosamente. E puoi avere organici ricchi ma non è detto che possa bastare".
A proposito, lei a Conte ha portato via - con il Napoli - anche una Coppa Italia.
"Finale a Roma del 2012, 2-0 per noi, segnò Cavani su rigore e poi la chiuse Hamsik. Contropiede fulminante, a Marek bastò appoggiarla: l’assist fu perfetto, una palla deliziosa. Mi sono divertito tanto, con quel gruppo e anche con quello successivo. Squadra che aveva sensibilità tecnica, rapidità: arrivai e c’erano Cavani, Lavezzi e Hamsik; poi rientrò Insigne e quindi, con Benitez, l’atterraggio di Higuain, Callejon, Mertens. Che piedi, ragazzi".