A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione su 1 Station Radio, è intervenuto Andrea Mandorlini, allenatore ex Verona ed ex calciatore, tra le tante, di Inter, Udinese ed Atalanta:
Le piace il format della Supercoppa a quattro squadre disputato all'estero?
"Mi piace perché coinvolge quattro squadre importanti, quelle che hanno fatto meglio nella stagione scorsa. È una grande competizione, bellissima secondo me. Certo, dispiace che si giochi fuori dall'Italia, ma visti i numeri che porta alle casse dei club, credo sia molto importante, soprattutto in un momento in cui il calcio deve guardare anche al profitto. Dal punto di vista economico, è forse necessario inventarsi format del genere. Gran belle partite, soprattutto la finale, che ha visto soccombere l'Inter sotto i colpi dei cugini rossoneri".
Secondo lei, è stata più una vittoria meritata dal Milan o una sconfitta meritata dall'Inter?
"Un po' entrambe le cose. L'Inter, con un vantaggio del genere, ha creato due momenti critici: il gol segnato all'ultimo minuto del primo tempo con Lautaro e quello al primo del secondo con Taremi. Questi episodi avrebbero dovuto psicologicamente segnare la gara. Il Milan, però, non ha mai mollato e, alla fine, ha meritato di vincere questa Supercoppa. È stata una competizione importante: il Milan ha vinto sia la semifinale in rimonta sia la finale. I giocatori hanno mostrato qualità che forse prima facevano fatica a emergere".
Crede che vincere la Supercoppa Italiana possa bastare al Milan per salvare la stagione?
"La stagione è ancora lunga. Vincere un trofeo così importante dà sicuramente entusiasmo, ma non basta. Il Milan deve arrivare tra le prime quattro in campionato per accedere alla Champions League. È chiaro che Napoli e Inter sono superiori, ormai competono a due per vincere lo Scudetto, e il distacco in classifica è pesante. Tuttavia, vincere aiuta a ritrovare fiducia, ed è questo ciò che conta. In sintesi, non basta vincere la Supercoppa per salvare una stagione, ma ci sono ancora tante partite da giocare e tanti obiettivi da raggiungere. Il Milan ha dimostrato di poter fare grandi cose, ma dovrà essere costante".
Negli ultimi anni si è discusso tanto tra "giochisti" e "risultatisti", ma sembra che oggi tutti concordino sull'importanza dell'equilibrio. È d'accordo?
"Assolutamente sì. L'equilibrio è fondamentale, anche se, nel calcio, può essere rotto da episodi, qualità dei giocatori o altre variabili. Questo è il bello dello sport: nulla è mai definitivo. Anche nelle gare più equilibrate, i giocatori di livello possono ribaltare qualsiasi situazione".
Napoli-Verona sarà una sfida interessante. Il Napoli vuole confermarsi capolista, mentre il Verona cerca punti salvezza. Come la vede?
"Sarà una partita difficile per il Verona. Il Napoli è una delle contendenti più accreditate per lo scudetto, insieme all'Inter. Sta facendo un grande campionato, meritando il primo posto. Per il Verona, giocare a Napoli è sempre complicato, soprattutto contro una squadra che sta dimostrando di essere in ottima forma".
Alcuni sostengono che l'Atalanta abbia "snobbato" la Supercoppa. Lei cosa ne pensa?
"Non direi che l'ha snobbata. Gasperini è un grande allenatore e ha fatto delle scelte, evidentemente si fida delle sue seconde linee. L'Atalanta sta disputando una stagione straordinaria e quelle decisioni potrebbero essere state necessarie per gestire il gruppo e dare spazio ai giocatori. Peccato per la sconfitta, ma non credo che questo influirà sul loro percorso".
Danilo, se dovesse arrivare al Napoli, alzerebbe davvero l'asticella della competitività del club?
"Sono convinto di sì. Danilo è un giocatore di grande qualità e il Napoli, per continuare a competere ad alti livelli, ha bisogno di elementi di questo calibro. Non so perché sia stato messo da parte dalla Juventus, ma il suo profilo è indiscutibilmente di livello".
di Napoli Magazine
08/01/2025 - 11:34
A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione su 1 Station Radio, è intervenuto Andrea Mandorlini, allenatore ex Verona ed ex calciatore, tra le tante, di Inter, Udinese ed Atalanta:
Le piace il format della Supercoppa a quattro squadre disputato all'estero?
"Mi piace perché coinvolge quattro squadre importanti, quelle che hanno fatto meglio nella stagione scorsa. È una grande competizione, bellissima secondo me. Certo, dispiace che si giochi fuori dall'Italia, ma visti i numeri che porta alle casse dei club, credo sia molto importante, soprattutto in un momento in cui il calcio deve guardare anche al profitto. Dal punto di vista economico, è forse necessario inventarsi format del genere. Gran belle partite, soprattutto la finale, che ha visto soccombere l'Inter sotto i colpi dei cugini rossoneri".
Secondo lei, è stata più una vittoria meritata dal Milan o una sconfitta meritata dall'Inter?
"Un po' entrambe le cose. L'Inter, con un vantaggio del genere, ha creato due momenti critici: il gol segnato all'ultimo minuto del primo tempo con Lautaro e quello al primo del secondo con Taremi. Questi episodi avrebbero dovuto psicologicamente segnare la gara. Il Milan, però, non ha mai mollato e, alla fine, ha meritato di vincere questa Supercoppa. È stata una competizione importante: il Milan ha vinto sia la semifinale in rimonta sia la finale. I giocatori hanno mostrato qualità che forse prima facevano fatica a emergere".
Crede che vincere la Supercoppa Italiana possa bastare al Milan per salvare la stagione?
"La stagione è ancora lunga. Vincere un trofeo così importante dà sicuramente entusiasmo, ma non basta. Il Milan deve arrivare tra le prime quattro in campionato per accedere alla Champions League. È chiaro che Napoli e Inter sono superiori, ormai competono a due per vincere lo Scudetto, e il distacco in classifica è pesante. Tuttavia, vincere aiuta a ritrovare fiducia, ed è questo ciò che conta. In sintesi, non basta vincere la Supercoppa per salvare una stagione, ma ci sono ancora tante partite da giocare e tanti obiettivi da raggiungere. Il Milan ha dimostrato di poter fare grandi cose, ma dovrà essere costante".
Negli ultimi anni si è discusso tanto tra "giochisti" e "risultatisti", ma sembra che oggi tutti concordino sull'importanza dell'equilibrio. È d'accordo?
"Assolutamente sì. L'equilibrio è fondamentale, anche se, nel calcio, può essere rotto da episodi, qualità dei giocatori o altre variabili. Questo è il bello dello sport: nulla è mai definitivo. Anche nelle gare più equilibrate, i giocatori di livello possono ribaltare qualsiasi situazione".
Napoli-Verona sarà una sfida interessante. Il Napoli vuole confermarsi capolista, mentre il Verona cerca punti salvezza. Come la vede?
"Sarà una partita difficile per il Verona. Il Napoli è una delle contendenti più accreditate per lo scudetto, insieme all'Inter. Sta facendo un grande campionato, meritando il primo posto. Per il Verona, giocare a Napoli è sempre complicato, soprattutto contro una squadra che sta dimostrando di essere in ottima forma".
Alcuni sostengono che l'Atalanta abbia "snobbato" la Supercoppa. Lei cosa ne pensa?
"Non direi che l'ha snobbata. Gasperini è un grande allenatore e ha fatto delle scelte, evidentemente si fida delle sue seconde linee. L'Atalanta sta disputando una stagione straordinaria e quelle decisioni potrebbero essere state necessarie per gestire il gruppo e dare spazio ai giocatori. Peccato per la sconfitta, ma non credo che questo influirà sul loro percorso".
Danilo, se dovesse arrivare al Napoli, alzerebbe davvero l'asticella della competitività del club?
"Sono convinto di sì. Danilo è un giocatore di grande qualità e il Napoli, per continuare a competere ad alti livelli, ha bisogno di elementi di questo calibro. Non so perché sia stato messo da parte dalla Juventus, ma il suo profilo è indiscutibilmente di livello".