A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Arturo Minervini, conduttore di 16Napoli su 8 Channel:
A Napoli sono giorni difficili a causa del terremoto Kvaratskhelia…
"Sono stati giorni strani. Ieri c’era una grande attesa per due motivi: la reazione del Napoli alla notizia su Kvaratskhelia e quella dei tifosi. Ho riscontrato una grande maturità nei tifosi, oltre che in campo. Il Napoli ha fatto una gara perfetta, ma ciò che mi ha stupito è stata la lucidità dei tifosi nell’analizzare un momento così delicato, nonostante la notizia fosse freschissima. Questo, a mio parere, dimostra un cambiamento nella mentalità del Napoli. Non si pensa più solo all’occasione della vittoria, ma a costruire una mentalità vincente nel tempo. Per la squadra, restare concentrati nonostante il terremoto legato a Kvaratskhelia non era affatto semplice. Abbiamo visto un po’ d’imbarazzo anche nel post-partita. Politano, ad esempio, è stato bravo a cambiare argomento durante alcune domande. Credo che nello spogliatoio ci sia un po’ di disagio. Quando un giocatore, nel bel mezzo del percorso, dice di voler andare via, è normale che i compagni siano colpiti, anche sul piano umano. La delusione espressa da Conte era chiara, non verso il calciatore ma verso l’impossibilità di convincerlo a restare".
Pensa che Kvaratskhelia abbia sbagliato?
"Più che deludermi l’atteggiamento, mi ha deluso la tempistica. Parliamo di un ragazzo giovane, del 2001, un ragazzino che si è trovato catapultato in un universo completamente diverso. Sono convinto che ci siano state influenze esterne. Il rinnovo andava fatto subito, quando ha dimostrato il suo valore. Però, in estate, se l’offerta era arrivata, si poteva accettarla e concludere l’anno in modo diverso. Il Napoli ha sempre gestito queste situazioni con equilibrio, ma qui mancava amore nelle modalità. Adesso resta il rammarico, perché poteva essere un addio meno brusco".
Secondo lei, è davvero un salto di qualità passare dal Napoli al Paris Saint-Germain?
“Non ne sono così convinto. Il PSG mi sembra in una fase calante. È vero che Parigi offre una grande vetrina e un impatto economico devastante, con stipendi enormi, ma le ambizioni calcistiche del Napoli non sono così lontane da quelle del PSG. Poteva aspettare il Real Madrid, il Barcellona o una grande inglese. Andare al PSG non mi sembra una scelta che giustifichi un addio così drastico. Questa situazione, guardando alla nostra rosa, ci fa capire quanto sia importante avere uomini come Giovanni Di Lorenzo, che rappresentano solidità e fedeltà. Parlando proprio ieri sera con alcuni colleghi, ho fatto il paragone tra Di Lorenzo e Kvaratskhelia. Di Lorenzo, anche dopo momenti difficili, ha trovato l’unione di intenti con il presidente e il mister. Ora è uno dei leader più positivi e ha la possibilità di diventare il primo capitano a vincere due scudetti con il Napoli. Kvaratskhelia, invece, ha scelto di andarsene, perdendo un’occasione unica di entrare nella storia di questa città".
di Napoli Magazine
13/01/2025 - 11:40
A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Arturo Minervini, conduttore di 16Napoli su 8 Channel:
A Napoli sono giorni difficili a causa del terremoto Kvaratskhelia…
"Sono stati giorni strani. Ieri c’era una grande attesa per due motivi: la reazione del Napoli alla notizia su Kvaratskhelia e quella dei tifosi. Ho riscontrato una grande maturità nei tifosi, oltre che in campo. Il Napoli ha fatto una gara perfetta, ma ciò che mi ha stupito è stata la lucidità dei tifosi nell’analizzare un momento così delicato, nonostante la notizia fosse freschissima. Questo, a mio parere, dimostra un cambiamento nella mentalità del Napoli. Non si pensa più solo all’occasione della vittoria, ma a costruire una mentalità vincente nel tempo. Per la squadra, restare concentrati nonostante il terremoto legato a Kvaratskhelia non era affatto semplice. Abbiamo visto un po’ d’imbarazzo anche nel post-partita. Politano, ad esempio, è stato bravo a cambiare argomento durante alcune domande. Credo che nello spogliatoio ci sia un po’ di disagio. Quando un giocatore, nel bel mezzo del percorso, dice di voler andare via, è normale che i compagni siano colpiti, anche sul piano umano. La delusione espressa da Conte era chiara, non verso il calciatore ma verso l’impossibilità di convincerlo a restare".
Pensa che Kvaratskhelia abbia sbagliato?
"Più che deludermi l’atteggiamento, mi ha deluso la tempistica. Parliamo di un ragazzo giovane, del 2001, un ragazzino che si è trovato catapultato in un universo completamente diverso. Sono convinto che ci siano state influenze esterne. Il rinnovo andava fatto subito, quando ha dimostrato il suo valore. Però, in estate, se l’offerta era arrivata, si poteva accettarla e concludere l’anno in modo diverso. Il Napoli ha sempre gestito queste situazioni con equilibrio, ma qui mancava amore nelle modalità. Adesso resta il rammarico, perché poteva essere un addio meno brusco".
Secondo lei, è davvero un salto di qualità passare dal Napoli al Paris Saint-Germain?
“Non ne sono così convinto. Il PSG mi sembra in una fase calante. È vero che Parigi offre una grande vetrina e un impatto economico devastante, con stipendi enormi, ma le ambizioni calcistiche del Napoli non sono così lontane da quelle del PSG. Poteva aspettare il Real Madrid, il Barcellona o una grande inglese. Andare al PSG non mi sembra una scelta che giustifichi un addio così drastico. Questa situazione, guardando alla nostra rosa, ci fa capire quanto sia importante avere uomini come Giovanni Di Lorenzo, che rappresentano solidità e fedeltà. Parlando proprio ieri sera con alcuni colleghi, ho fatto il paragone tra Di Lorenzo e Kvaratskhelia. Di Lorenzo, anche dopo momenti difficili, ha trovato l’unione di intenti con il presidente e il mister. Ora è uno dei leader più positivi e ha la possibilità di diventare il primo capitano a vincere due scudetti con il Napoli. Kvaratskhelia, invece, ha scelto di andarsene, perdendo un’occasione unica di entrare nella storia di questa città".