In casa Juve non è una stagione facile. Lo dicono i numeri e lo conferma il campo. Al netto dell'imbattibilità, in campionato il cammino dei bianconeri assomiglia sempre di più a un giro sulle montagne russe. Tra alti e bassi, sul piano tecnico-tattico la banda di Thiago Motta continua a non convincere completamente e nemmeno i singoli sembrano dare indicazioni davvero positive. Se i tanti infortuni, in parte, possono giustificare i nove punti in meno rispetto alla scorsa stagione. Prestazioni come quella col Venezia lasciano invece pochi dubbi sulle difficoltà del gruppo ad assimilare le idee del tecnico, ad aumentare il ritmo del gioco e a tenere alta la concentrazione con continuità.
Dopo il colpo grosso in Champions col Manchester City, contro gli uomini di Di Francesco i bianconeri hanno mostrato le solite fragilità e segnali preoccupanti. Nonostante un Thuram in grande spolvero, in mediana l'impressione è che manchino idee, visione di gioco e velocità di piede. E in questo senso la posizione di Koopmeiners, ancora piuttosto spaesato e decisamente al di sotto delle aspettative, resta il vero rebus della squadra. Sulla linea dei trequartisti l'ex Atalanta non inventa, vede poco campo davanti e non fa la differenza in entrambe le fasi. E a questo punto della stagione non può essere solo un problema di condizione.
Discorso diverso invece per chi si alterna sugli esterni alle spalle di un Vlahovic apparso molto nervoso con i tifosi dopo il rigore del 2-2 col Venezia. Se Conceicao è come una molla pronta ad azionarsi ogni volta che ha la palla tra i piedi e a rendersi pericoloso nell'uno contro uno, Yildiz e Weah si accendono invece solo a intermittenza e con poca cattiveria e qualità per scardinare e mettere sotto pressione le difese più chiuse. Atteggiamento che rende i bianconeri troppo lenti e prevedibili sulle corsie, che non aiuta Vlahovic ad attaccare la porta sui cross e che non facilita le incursioni dei centrocampisti per sorprendere l'avversario a difesa schierata. Cosa che invece il Venezia è riuscita a fare molto bene allo Stadium, castigando nella ripresa Savona e compagni per ben due volte nel gioco aereo e sfruttando alla perfezione alcune marcature troppo passive su situazioni semplici da decifrare. Errori pesanti che la Juve non può permettersi e che lo Stadium a fine partita ha voluto sottolineare con tanti fischi.
di Napoli Magazine
15/12/2024 - 18:18
In casa Juve non è una stagione facile. Lo dicono i numeri e lo conferma il campo. Al netto dell'imbattibilità, in campionato il cammino dei bianconeri assomiglia sempre di più a un giro sulle montagne russe. Tra alti e bassi, sul piano tecnico-tattico la banda di Thiago Motta continua a non convincere completamente e nemmeno i singoli sembrano dare indicazioni davvero positive. Se i tanti infortuni, in parte, possono giustificare i nove punti in meno rispetto alla scorsa stagione. Prestazioni come quella col Venezia lasciano invece pochi dubbi sulle difficoltà del gruppo ad assimilare le idee del tecnico, ad aumentare il ritmo del gioco e a tenere alta la concentrazione con continuità.
Dopo il colpo grosso in Champions col Manchester City, contro gli uomini di Di Francesco i bianconeri hanno mostrato le solite fragilità e segnali preoccupanti. Nonostante un Thuram in grande spolvero, in mediana l'impressione è che manchino idee, visione di gioco e velocità di piede. E in questo senso la posizione di Koopmeiners, ancora piuttosto spaesato e decisamente al di sotto delle aspettative, resta il vero rebus della squadra. Sulla linea dei trequartisti l'ex Atalanta non inventa, vede poco campo davanti e non fa la differenza in entrambe le fasi. E a questo punto della stagione non può essere solo un problema di condizione.
Discorso diverso invece per chi si alterna sugli esterni alle spalle di un Vlahovic apparso molto nervoso con i tifosi dopo il rigore del 2-2 col Venezia. Se Conceicao è come una molla pronta ad azionarsi ogni volta che ha la palla tra i piedi e a rendersi pericoloso nell'uno contro uno, Yildiz e Weah si accendono invece solo a intermittenza e con poca cattiveria e qualità per scardinare e mettere sotto pressione le difese più chiuse. Atteggiamento che rende i bianconeri troppo lenti e prevedibili sulle corsie, che non aiuta Vlahovic ad attaccare la porta sui cross e che non facilita le incursioni dei centrocampisti per sorprendere l'avversario a difesa schierata. Cosa che invece il Venezia è riuscita a fare molto bene allo Stadium, castigando nella ripresa Savona e compagni per ben due volte nel gioco aereo e sfruttando alla perfezione alcune marcature troppo passive su situazioni semplici da decifrare. Errori pesanti che la Juve non può permettersi e che lo Stadium a fine partita ha voluto sottolineare con tanti fischi.