NAPOLI - Due sconfitte in quattro giorni tra Coppa Italia e campionato, con 22 titolari diversi, e sempre contro lo stesso avversario. La Lazio è andata di traverso al cammino del Napoli, ma non va gettato tutto al vento. Di sicuro da queste due partite era lecito attendersi molto di più, sia dai cosiddetti "poco utilizzati" che dai titolari. Ed invece al Maradona, gli azzurri sono stati puniti da un jolly di Isaksen. Non una gara brillante, per carità, per certi versi soporifera sotto una pioggia battente e con l'arbitro Colombo a dir poco irritante nella gestione di falli e cartellini. Certamente una partita opaca dal punto di vista realizzativo. Lì davanti certe occasioni non bisogna sprecarle. Penso al tiro di McTominay deviato da Gila, come al palo esterno centrato di testa da Anguissa, senza dimenticare il diagonale di Politano terminato sul fondo o la splendida punizione di Kvara fuori di un soffio. Ecco, in una serata in cui Lukaku è stato utile più per fare da sponda che per impensierire Provedel, ritengo che probabilmente qualche innesto anticipato avrebbe potuto assicurare una linfa diversa alla manovra offensiva. Simeone e Neres, su tutti, gli unici che a mio avviso si sono salvati dalla debacle in Coppa, con un minutaggio diverso avrebbero smosso sicuramente le acque di un match sostanzialmente bloccato e tignoso. Facile dirlo dopo, ma è il nostro compito. A Baroni, di cui sento elogi in pompa magna, è andato tutto bene, a Conte tutto male. Può succedere, a patto che non diventi un problema. Serve far gol e per riuscirci bisogna essere spietati in zona d'attacco. Ed in tal senso, ne ho parlato proprio con il mister nella conferenza stampa del post gara. "Nessun campanello d'allarme" per il trainer azzurro. E sono d'accordo con lui. Può verificarsi una doppia battuta d'arresto, anche se comporta l'uscita dalla Coppa Italia agli Ottavi e la perdita del primo posto in campionato (che non resta l'obiettivo societario, dato che più volte si è sottolineato che si deve ritornare in Champions). In un clima di "ricostruzione" va bene così, però fin quando ci si ritrova nelle zone alte della graduatoria permettetemi di dire che urta un bel pò perdere una gara per un solo guizzo. E' il gioco del calcio. Forse Olivera avrebbe potuto chiudere meglio sul danese, ma non me la sento di gettargli la croce addosso, considerando la sua buona prestazione. Poco da fare per Meret. Ora però, è già tempo di tornare a pedalare, per far sì che il doppio confronto negativo contro i biancocelesti resti solo un brutto ricordo, perchè se il Napoli inizia ad inquadrare la porta le vittorie saranno una normale conseguenza. Anche non di misura, sia chiaro. Contro Udinese, Genoa e Venezia l'anno solare si può chiudere con un sorriso. Io ci credo.
Antonio Petrazzuolo
di Napoli Magazine
09/12/2024 - 23:00
NAPOLI - Due sconfitte in quattro giorni tra Coppa Italia e campionato, con 22 titolari diversi, e sempre contro lo stesso avversario. La Lazio è andata di traverso al cammino del Napoli, ma non va gettato tutto al vento. Di sicuro da queste due partite era lecito attendersi molto di più, sia dai cosiddetti "poco utilizzati" che dai titolari. Ed invece al Maradona, gli azzurri sono stati puniti da un jolly di Isaksen. Non una gara brillante, per carità, per certi versi soporifera sotto una pioggia battente e con l'arbitro Colombo a dir poco irritante nella gestione di falli e cartellini. Certamente una partita opaca dal punto di vista realizzativo. Lì davanti certe occasioni non bisogna sprecarle. Penso al tiro di McTominay deviato da Gila, come al palo esterno centrato di testa da Anguissa, senza dimenticare il diagonale di Politano terminato sul fondo o la splendida punizione di Kvara fuori di un soffio. Ecco, in una serata in cui Lukaku è stato utile più per fare da sponda che per impensierire Provedel, ritengo che probabilmente qualche innesto anticipato avrebbe potuto assicurare una linfa diversa alla manovra offensiva. Simeone e Neres, su tutti, gli unici che a mio avviso si sono salvati dalla debacle in Coppa, con un minutaggio diverso avrebbero smosso sicuramente le acque di un match sostanzialmente bloccato e tignoso. Facile dirlo dopo, ma è il nostro compito. A Baroni, di cui sento elogi in pompa magna, è andato tutto bene, a Conte tutto male. Può succedere, a patto che non diventi un problema. Serve far gol e per riuscirci bisogna essere spietati in zona d'attacco. Ed in tal senso, ne ho parlato proprio con il mister nella conferenza stampa del post gara. "Nessun campanello d'allarme" per il trainer azzurro. E sono d'accordo con lui. Può verificarsi una doppia battuta d'arresto, anche se comporta l'uscita dalla Coppa Italia agli Ottavi e la perdita del primo posto in campionato (che non resta l'obiettivo societario, dato che più volte si è sottolineato che si deve ritornare in Champions). In un clima di "ricostruzione" va bene così, però fin quando ci si ritrova nelle zone alte della graduatoria permettetemi di dire che urta un bel pò perdere una gara per un solo guizzo. E' il gioco del calcio. Forse Olivera avrebbe potuto chiudere meglio sul danese, ma non me la sento di gettargli la croce addosso, considerando la sua buona prestazione. Poco da fare per Meret. Ora però, è già tempo di tornare a pedalare, per far sì che il doppio confronto negativo contro i biancocelesti resti solo un brutto ricordo, perchè se il Napoli inizia ad inquadrare la porta le vittorie saranno una normale conseguenza. Anche non di misura, sia chiaro. Contro Udinese, Genoa e Venezia l'anno solare si può chiudere con un sorriso. Io ci credo.
Antonio Petrazzuolo