Su CRC nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto il preparatore atletico Eugenio Albarella: "Caso Infortuni? Si deve partire dai dati e dai numeri per sviluppare le nuove metodologie. Lo studio voluto dall’Associazione calciatori ha preso in considerazione due casi: i campionati del 2022/23 quando c’è stata la sosta invernale in Qatar e il campionato dell’anno scorso. I dati ci dimostrano che soprattutto per le Top 5 dei campionati che partecipano anche alle coppe europee hanno riscontrato un aumento del 30% degli infortuni rispetto all’anno precedente. Ci sono tante considerazioni da fare. Il mio punto di vista è che il problema non è legato esclusivamente al numero di partite, ma al calendario. È quello che ti permette di prepararti al meglio alle full immersion intensive di partite. Nel calcio si ha sempre meno tempo per incidere e per allenarsi. La conseguenza, secondo me, è il grande numero di infortuni. Negli ultimi dieci anni nel calcio si sono aumentati i volumi di corsa e soprattutto le intensità. Riforma del calcio sui campionati? È assolutamente una buona proposta. L’anno del mondiale in Qatar c’è stata una risposta migliore al caos degli infortuni poiché c’è stata una pausa invernale più lunga che aiuta moltissimo per chi deve lavorare sul campo e deve performare. La conclusione degli studi è la seguente: Troppe partite non mettono solo a rischio la salute dei giocatori, ma anche la qualità del prodotto! Il calcio è lo sport più seguito al mondo, partiamo da questa considerazione. Le principali organizzazioni calcistiche come la UEFA E la FIFA hanno l’interesse di fidelizzare un gran numero di tifosi, poiché porta degli interessi. C’è una legge anomala dove la fidelizzazione del tifoso va al di là dell’andamento sportivo. Siamo più disposti a tradire i nostri amori che la nostra squadra del cuore. Questo fatto alimenta il business del calcio e sta esasperando il concetto legato alla forma fisica. Lo spettacolo lo producono gli atleti, di conseguenza bisogna tutelare la salute degli atleti. Ci sono degli allenamenti invivibili e delle condizioni extra campo che influenzano la salute dei giocatori. Pensando solo ai transfer a cui prendono parte i calciatori, c’è una risposta biologica ben precisa legata agli stress e al cambio di fuso orario che devono sopportare. Tutto ciò incide anche sulla problematica legata agli infortuni. Stiamo cercando di risolvere il più possibile la questione legata agli infortuni, ma c’è necessità di nuovi studi! Siamo in evoluzione! È una continua rincorsa di risolvere nel miglior modo possibile e non in una condizione ottimale. Non è un problema di quantità ma di rimodulare i campionati".
di Napoli Magazine
21/11/2024 - 15:51
Su CRC nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto il preparatore atletico Eugenio Albarella: "Caso Infortuni? Si deve partire dai dati e dai numeri per sviluppare le nuove metodologie. Lo studio voluto dall’Associazione calciatori ha preso in considerazione due casi: i campionati del 2022/23 quando c’è stata la sosta invernale in Qatar e il campionato dell’anno scorso. I dati ci dimostrano che soprattutto per le Top 5 dei campionati che partecipano anche alle coppe europee hanno riscontrato un aumento del 30% degli infortuni rispetto all’anno precedente. Ci sono tante considerazioni da fare. Il mio punto di vista è che il problema non è legato esclusivamente al numero di partite, ma al calendario. È quello che ti permette di prepararti al meglio alle full immersion intensive di partite. Nel calcio si ha sempre meno tempo per incidere e per allenarsi. La conseguenza, secondo me, è il grande numero di infortuni. Negli ultimi dieci anni nel calcio si sono aumentati i volumi di corsa e soprattutto le intensità. Riforma del calcio sui campionati? È assolutamente una buona proposta. L’anno del mondiale in Qatar c’è stata una risposta migliore al caos degli infortuni poiché c’è stata una pausa invernale più lunga che aiuta moltissimo per chi deve lavorare sul campo e deve performare. La conclusione degli studi è la seguente: Troppe partite non mettono solo a rischio la salute dei giocatori, ma anche la qualità del prodotto! Il calcio è lo sport più seguito al mondo, partiamo da questa considerazione. Le principali organizzazioni calcistiche come la UEFA E la FIFA hanno l’interesse di fidelizzare un gran numero di tifosi, poiché porta degli interessi. C’è una legge anomala dove la fidelizzazione del tifoso va al di là dell’andamento sportivo. Siamo più disposti a tradire i nostri amori che la nostra squadra del cuore. Questo fatto alimenta il business del calcio e sta esasperando il concetto legato alla forma fisica. Lo spettacolo lo producono gli atleti, di conseguenza bisogna tutelare la salute degli atleti. Ci sono degli allenamenti invivibili e delle condizioni extra campo che influenzano la salute dei giocatori. Pensando solo ai transfer a cui prendono parte i calciatori, c’è una risposta biologica ben precisa legata agli stress e al cambio di fuso orario che devono sopportare. Tutto ciò incide anche sulla problematica legata agli infortuni. Stiamo cercando di risolvere il più possibile la questione legata agli infortuni, ma c’è necessità di nuovi studi! Siamo in evoluzione! È una continua rincorsa di risolvere nel miglior modo possibile e non in una condizione ottimale. Non è un problema di quantità ma di rimodulare i campionati".