Goran Pandev, ex attaccante di Napoli e Genoa tra le altre, ha rilasciato alcune dichiarazioni a La Gazzetta dello Sport:
Che ne pensa dell'arrivo di Patrick Vieira?
"All’Inter facemmo in tempo a giocare una partita e ad allenarci un po’ insieme. Personalità strepitosa, come al Genoa: è arrivato, ha preso possesso della situazione, ha messo assieme una serie di risultati".
Un pensiero su Simone Inzaghi, che ha giocato con lei ai tempi della Lazio.
"Era un malato del calcio già a quel tempo, una specie di predestinato, sapeva tutto di tutti, gli facevi il nome di un calciatore di C e lui buttava giù una relazione".
Di Gasperini, invece, che mi dice?
"All’Inter feci il ritiro con lui, prima di andare al Napoli: un lavoro che ti distrugge fisicamente, anche se poi dopo ti ripaga. Poi un campionato al Genoa. La fortuna è essere allenato da uno come lui. Si capiva che aveva qualcosa di speciale e si vede: ti cambia la vita".
Cosa ne pensa, invece, di Conte?
"Conte è una garanzia, come Simone e come Gasperini. Io non ho difficoltà a sbilanciarmi: questo scudetto se lo giocheranno Atalanta, Inter e Napoli, in ordine alfabetico, hanno qualcosa più delle altre ed hanno allenatori che incidono".
Sarà, quindi, un campionato equilibrato.
"Molto e che si deciderà nelle ultimissime giornate. Ora verranno i mesi difficili, la Champions lunga può essere un fattore e il Napoli che non ha impegni può approfittarne. A volte le differenze, minime, si nascondono in apparenti dettagli: giocare ogni tre giorni, a quel livello poi, ti consuma fisicamente e nervosamente. E puoi avere organici ricchi ma non è detto che possa bastare".
A proposito, lei a Conte ha portato via - con il Napoli - anche una Coppa Italia.
"Finale a Roma del 2012, 2-0 per noi, segnò Cavani su rigore e poi la chiuse Hamsik. Contropiede fulminante, a Marek bastò appoggiarla: l’assist fu perfetto, una palla deliziosa. Mi sono divertito tanto, con quel gruppo e anche con quello successivo. Squadra che aveva sensibilità tecnica, rapidità: arrivai e c’erano Cavani, Lavezzi e Hamsik; poi rientrò Insigne e quindi, con Benitez, l’atterraggio di Higuain, Callejon, Mertens. Che piedi, ragazzi".
di Napoli Magazine
21/12/2024 - 08:50
Goran Pandev, ex attaccante di Napoli e Genoa tra le altre, ha rilasciato alcune dichiarazioni a La Gazzetta dello Sport:
Che ne pensa dell'arrivo di Patrick Vieira?
"All’Inter facemmo in tempo a giocare una partita e ad allenarci un po’ insieme. Personalità strepitosa, come al Genoa: è arrivato, ha preso possesso della situazione, ha messo assieme una serie di risultati".
Un pensiero su Simone Inzaghi, che ha giocato con lei ai tempi della Lazio.
"Era un malato del calcio già a quel tempo, una specie di predestinato, sapeva tutto di tutti, gli facevi il nome di un calciatore di C e lui buttava giù una relazione".
Di Gasperini, invece, che mi dice?
"All’Inter feci il ritiro con lui, prima di andare al Napoli: un lavoro che ti distrugge fisicamente, anche se poi dopo ti ripaga. Poi un campionato al Genoa. La fortuna è essere allenato da uno come lui. Si capiva che aveva qualcosa di speciale e si vede: ti cambia la vita".
Cosa ne pensa, invece, di Conte?
"Conte è una garanzia, come Simone e come Gasperini. Io non ho difficoltà a sbilanciarmi: questo scudetto se lo giocheranno Atalanta, Inter e Napoli, in ordine alfabetico, hanno qualcosa più delle altre ed hanno allenatori che incidono".
Sarà, quindi, un campionato equilibrato.
"Molto e che si deciderà nelle ultimissime giornate. Ora verranno i mesi difficili, la Champions lunga può essere un fattore e il Napoli che non ha impegni può approfittarne. A volte le differenze, minime, si nascondono in apparenti dettagli: giocare ogni tre giorni, a quel livello poi, ti consuma fisicamente e nervosamente. E puoi avere organici ricchi ma non è detto che possa bastare".
A proposito, lei a Conte ha portato via - con il Napoli - anche una Coppa Italia.
"Finale a Roma del 2012, 2-0 per noi, segnò Cavani su rigore e poi la chiuse Hamsik. Contropiede fulminante, a Marek bastò appoggiarla: l’assist fu perfetto, una palla deliziosa. Mi sono divertito tanto, con quel gruppo e anche con quello successivo. Squadra che aveva sensibilità tecnica, rapidità: arrivai e c’erano Cavani, Lavezzi e Hamsik; poi rientrò Insigne e quindi, con Benitez, l’atterraggio di Higuain, Callejon, Mertens. Che piedi, ragazzi".