NAPOLI - Mazzarri è arrivato a Bergamo senza aver quasi avuto il tempo di conoscere buona parte dei suoi 'titolarissimi' che fino a più della metà della scorsa settimana erano stati impegnati con le rispettive Nazionali. Pensate che Anguissa ha raggiunto i compagni di squadra soltanto venerdì, il giorno prima dell'impegno di campionato. Eppure i risultati da attribuire sicuramente al cambio della guida tecnica si sono visti eccome. Non tanto per il risultato favorevole (che pure riveste un'importanza capitale, considerato che l'Atalanta è una delle avversarie dirette degli azzurri per il raggiungimento di una delle prime quattro posizioni in classifica, quella valide, cioè, per la conquiata di un posto nella Champions League del prossimo anno), quanto per l'animo diverso con il quale la squadra ha approcciato la gara. E non sono mancate le limature sul piano tattico apportate da Mazzarri (ne cito una soltanto, la posizione di Zielinski piazzato molto di più nel vivo del gioco e dell'organizzazione della manovra nella sua fase iniziale) che hanno contribuito a rendere la squadra più solida, più convinta dei propri mezzi, in una parola più forte. Ci sono - sarebbe da stolti negarlo - anche delle criticità che si erano viste nell'era-Garcia e che non sono ancora svanite. E d'altro canto Mazzarri fa 'soltanto' l'allenatore e per i miracoli evidentemente non è ancora attrezzato. Mi riferisco a certe sbavature della difesa (Rrahmani ancora una volta si è fatto battere nello stacco da un attaccante 'piccoletto', Lookman che è alto solo 1,76 centimetri) e soprattutto alle difficoltà atletiche un po' di tutta la squada che si sono manifestate, come al solito, a partire dalla fase centrale del secondo tempo. Tale circostanza fa capire che molta parte del lavoro che servirà per riportare il Napoli in condizione di far male a qualunque altro avversario dovrà farlo più il preparatore atletico Pondrelli che non l'allenatore. Non sappiamo, il suo predecessore, Paolo Rongoni come abbia impostato, a partire dai due ritiri estivi, la preparazione atletica del gruppo. Garcia ha sempe detto che la strategia era quella di far durare la carica a lungo, addirittura fino alla fine del campionato. Da quel che si è visto però il lavoro è rimasto per sempre a metà strada ed infatti la squadra è sempre durata un tempo. Un contributo al chiarimento della situazione potrà sicuramente venire da Francesco Cacciapuoti, il giovane e bravissimo secondo di Rongoni (già lo era di Sinatti) che potrà sicuramente chiarire le idee a Pondrelli. Insieme potranno mettere a punto una strategia nuova che serva a far durare davvero più a lungo sul piano atletico i giocatori di Mazzarri. Il tempo per lavorare a fondo non c'è stato ancora. Speriamo che qualcosa si cominci a vedere già domani sera a Madrid. La partita non è di fondamentale importanza. Una sconfitta al Santiago Bernabeu non farebbe impressione, sarebbe nell'ordine naturale delle cose. Un'impresa degli azzurri contribuirebbe, invece, a dare ancor più fiducia all'ambiente e agevolerebbe nel cammino della squadra che è difficile e tortuoso. Non dimentichiamo che nelle prossime due gare di campionato gli azzurri dovranno affrontare Inter e Juventus. E un bel po' di energia positiva che si potrebbe sprigionare da un risultato favorevole a Madrid sarebbe benzina super nel motore.
Mario Zaccaria
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
28/11/2023 - 11:00
NAPOLI - Mazzarri è arrivato a Bergamo senza aver quasi avuto il tempo di conoscere buona parte dei suoi 'titolarissimi' che fino a più della metà della scorsa settimana erano stati impegnati con le rispettive Nazionali. Pensate che Anguissa ha raggiunto i compagni di squadra soltanto venerdì, il giorno prima dell'impegno di campionato. Eppure i risultati da attribuire sicuramente al cambio della guida tecnica si sono visti eccome. Non tanto per il risultato favorevole (che pure riveste un'importanza capitale, considerato che l'Atalanta è una delle avversarie dirette degli azzurri per il raggiungimento di una delle prime quattro posizioni in classifica, quella valide, cioè, per la conquiata di un posto nella Champions League del prossimo anno), quanto per l'animo diverso con il quale la squadra ha approcciato la gara. E non sono mancate le limature sul piano tattico apportate da Mazzarri (ne cito una soltanto, la posizione di Zielinski piazzato molto di più nel vivo del gioco e dell'organizzazione della manovra nella sua fase iniziale) che hanno contribuito a rendere la squadra più solida, più convinta dei propri mezzi, in una parola più forte. Ci sono - sarebbe da stolti negarlo - anche delle criticità che si erano viste nell'era-Garcia e che non sono ancora svanite. E d'altro canto Mazzarri fa 'soltanto' l'allenatore e per i miracoli evidentemente non è ancora attrezzato. Mi riferisco a certe sbavature della difesa (Rrahmani ancora una volta si è fatto battere nello stacco da un attaccante 'piccoletto', Lookman che è alto solo 1,76 centimetri) e soprattutto alle difficoltà atletiche un po' di tutta la squada che si sono manifestate, come al solito, a partire dalla fase centrale del secondo tempo. Tale circostanza fa capire che molta parte del lavoro che servirà per riportare il Napoli in condizione di far male a qualunque altro avversario dovrà farlo più il preparatore atletico Pondrelli che non l'allenatore. Non sappiamo, il suo predecessore, Paolo Rongoni come abbia impostato, a partire dai due ritiri estivi, la preparazione atletica del gruppo. Garcia ha sempe detto che la strategia era quella di far durare la carica a lungo, addirittura fino alla fine del campionato. Da quel che si è visto però il lavoro è rimasto per sempre a metà strada ed infatti la squadra è sempre durata un tempo. Un contributo al chiarimento della situazione potrà sicuramente venire da Francesco Cacciapuoti, il giovane e bravissimo secondo di Rongoni (già lo era di Sinatti) che potrà sicuramente chiarire le idee a Pondrelli. Insieme potranno mettere a punto una strategia nuova che serva a far durare davvero più a lungo sul piano atletico i giocatori di Mazzarri. Il tempo per lavorare a fondo non c'è stato ancora. Speriamo che qualcosa si cominci a vedere già domani sera a Madrid. La partita non è di fondamentale importanza. Una sconfitta al Santiago Bernabeu non farebbe impressione, sarebbe nell'ordine naturale delle cose. Un'impresa degli azzurri contribuirebbe, invece, a dare ancor più fiducia all'ambiente e agevolerebbe nel cammino della squadra che è difficile e tortuoso. Non dimentichiamo che nelle prossime due gare di campionato gli azzurri dovranno affrontare Inter e Juventus. E un bel po' di energia positiva che si potrebbe sprigionare da un risultato favorevole a Madrid sarebbe benzina super nel motore.
Mario Zaccaria
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