NAPOLI - Mai come in questa circostanza lo stop al campionato dovuto agli impegni delle Nazionali non è visto di buon occhio dai tifosi del Napoli. Diciamo la verità, tutti avremmo tanta voglia di renderci conto di come la squadra reagisce al cambio dell’allenatore, un vero e proprio terremoto di fronte al quale non si sa mai che cosa possa accadere. Le brutte figure fatte dal Napoli in diverse circostanze dall’inizio della stagione, fino ad arrivare al fatale scivolone casalingo con l’Empoli erano tutte da imputare a Rudi Garcia o c’è sotto qualcosa di diverso che non riusciamo ad individuare? Per saperlo dobbiamo attendere che il Napoli targato Walter Mazzarri dia prova di sé. Ma se ne riparlerà alla fine della prossima settimana e forse anche più in là perché il tecnico avrà a disposizione l’intera rosa (e probabilmente per Osimhen si dovrà attendere ancor di più) soltanto dopo che gli impegni internazionali saranno stati completati. Dunque soltanto poche ore prima della ripresa del campionato. E’ evidente che in un lasso di tempo così breve Mazzarri non riuscirà a trasferire pienamente al gruppo la sua visione del calcio e gli indirizzi tattici che intende dare alla squadra. Il carattere dell’uomo lo conosciamo bene, come sappiamo della sua voglia di vincere e la conseguente capacità di trasferirla ai calciatori, che sicuramente saranno rimaste immutate nonostante che siano passati dieci anni da quando lasciò la panchina del Napoli. Leggo sui social molti commenti critici nei confronti dell’allenatore per un distacco che fu un po’ traumatico e per quella famosa ‘fuga’ verso Milano, sponda Inter. Francamente è un tema che non mi appassiona. Mazzarri forse è stato il primo degli allenatori del Napoli a comportarsi così e sicuramente non è stato l’ultimo, almeno durante l’era De Laurentiis. Ma gli allenatori sono professionisti e vanno dove conviene loro di più, seguendo ragionamenti che non sempre possiamo capire e che sicuramente non abbiamo il diritto di censurare. L’importante è che sia tornato a Napoli con entusiasmo e con determinazione per dare il meglio di sé e contribuire a risollevare le sorti della squadra. Mi interessano poco anche le valutazioni che vedo in giro sul suo lavoro all’Inter, al Watford, così come al Torino e a Cagliari. Ogni esperienza di un allenatore su una panchina rappresenta una storia a sé e c’è poco da fare paragoni. L’augurio che tutti gli (ci) facciamo è che Mazzarri sia l’uomo della svolta positiva e che Aurelio De Laurentiis ancora una volta ci abbia visto giusto e sia riuscito a porre rimedio a un errore in precedenza commesso. Ne va del futuro del Napoli e tutti ci teniamo a rivedere al più presto al ‘Maradona’ e anche lontano da Napoli quella squadra che aveva fatto innamorare di sé tutta l’Italia e buona parte dell’Europa. Il resto non conta nulla.
Mario Zaccaria
Napoli Magazine
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di Napoli Magazine
18/11/2023 - 23:50
NAPOLI - Mai come in questa circostanza lo stop al campionato dovuto agli impegni delle Nazionali non è visto di buon occhio dai tifosi del Napoli. Diciamo la verità, tutti avremmo tanta voglia di renderci conto di come la squadra reagisce al cambio dell’allenatore, un vero e proprio terremoto di fronte al quale non si sa mai che cosa possa accadere. Le brutte figure fatte dal Napoli in diverse circostanze dall’inizio della stagione, fino ad arrivare al fatale scivolone casalingo con l’Empoli erano tutte da imputare a Rudi Garcia o c’è sotto qualcosa di diverso che non riusciamo ad individuare? Per saperlo dobbiamo attendere che il Napoli targato Walter Mazzarri dia prova di sé. Ma se ne riparlerà alla fine della prossima settimana e forse anche più in là perché il tecnico avrà a disposizione l’intera rosa (e probabilmente per Osimhen si dovrà attendere ancor di più) soltanto dopo che gli impegni internazionali saranno stati completati. Dunque soltanto poche ore prima della ripresa del campionato. E’ evidente che in un lasso di tempo così breve Mazzarri non riuscirà a trasferire pienamente al gruppo la sua visione del calcio e gli indirizzi tattici che intende dare alla squadra. Il carattere dell’uomo lo conosciamo bene, come sappiamo della sua voglia di vincere e la conseguente capacità di trasferirla ai calciatori, che sicuramente saranno rimaste immutate nonostante che siano passati dieci anni da quando lasciò la panchina del Napoli. Leggo sui social molti commenti critici nei confronti dell’allenatore per un distacco che fu un po’ traumatico e per quella famosa ‘fuga’ verso Milano, sponda Inter. Francamente è un tema che non mi appassiona. Mazzarri forse è stato il primo degli allenatori del Napoli a comportarsi così e sicuramente non è stato l’ultimo, almeno durante l’era De Laurentiis. Ma gli allenatori sono professionisti e vanno dove conviene loro di più, seguendo ragionamenti che non sempre possiamo capire e che sicuramente non abbiamo il diritto di censurare. L’importante è che sia tornato a Napoli con entusiasmo e con determinazione per dare il meglio di sé e contribuire a risollevare le sorti della squadra. Mi interessano poco anche le valutazioni che vedo in giro sul suo lavoro all’Inter, al Watford, così come al Torino e a Cagliari. Ogni esperienza di un allenatore su una panchina rappresenta una storia a sé e c’è poco da fare paragoni. L’augurio che tutti gli (ci) facciamo è che Mazzarri sia l’uomo della svolta positiva e che Aurelio De Laurentiis ancora una volta ci abbia visto giusto e sia riuscito a porre rimedio a un errore in precedenza commesso. Ne va del futuro del Napoli e tutti ci teniamo a rivedere al più presto al ‘Maradona’ e anche lontano da Napoli quella squadra che aveva fatto innamorare di sé tutta l’Italia e buona parte dell’Europa. Il resto non conta nulla.
Mario Zaccaria
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