NAPOLI - Ripensando alla sconfitta di domenica sera a San Siro con il Milan quasi mi mancano le parole. Ma come si fa a perdere una partita così, affrontando una squadra che per tutta la gara è stata capace di tirare in porta soltanto due o forse tre volte? E soprattutto come si fa, giocando contro una squadra di caratura ben più modesta di quanto non dica la posizione occupata in classifica, a regalare un tempo nel corso del quale il Napoli - fatto salva la conclusione di Simeone su assist di Kvara proprio all’inizio - non è mai stato capace di mettere il naso nell’area di rigore avversaria? La decisione di Mazzarri di schierarsi con il 3-5-1-1 è difficile da condividere. Che cosa pensava di fare il tecnico? Difendere il risultato iniziale? Portare a casa il brodino caldo di un inutile pareggio? La posizione del Napoli in classifica non giustifica tutti questi calcoli. Se ogni partita da ora e fino alla fine del campionato deve essere considerata una finale - come Mazzarri stesso ha più volte detto e ripetuto - ne deriva che le finali bisogna giocarle per vincerle e non per pareggiarle. La prudenza dell’allenatore probabilmente era giustificata al momento del suo insediamento sulla panchina appena lasciata libera da Garcia ma ora è troppo tardi per fare calcoli. Se la scelta fatta dal tecnico a inizio ripresa fosse stata fatta dal primo minuto di gioco probabilmente le cose sarebbero andate diversamente e ora non staremmo qui a guardare dalla abissale distanza di sette lunghezze i fanali posteriori dell’Atalanta e delle altre quattro squadre, oltre ai bergamaschi, che si frappongono tra gli azzurri e la zona Champions. Ora è tornato Osimhen e nel frattempo l’infermeria si è svuotata. Non ci sono più cause di forza maggiore che possano impedire all’allenatore di schierare una formazione che punti decisa alla vittoria. La strada già lastricata di trappole si è fatta ancora più impervia dopo la sconfitta con i rossoneri. Qualche flebile speranza di agguantare la quarta posizione in classifica, però, esiste ancora e allora cerchiamo di non vederla vanificare. Ci vuole un po’ di coraggio in più. E comunque alla conquista di un inutile pareggio è sempre preferibile aver anche solo tentato di agguantare un’utilissima vittoria.
Mario Zaccaria
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
13/02/2024 - 23:56
NAPOLI - Ripensando alla sconfitta di domenica sera a San Siro con il Milan quasi mi mancano le parole. Ma come si fa a perdere una partita così, affrontando una squadra che per tutta la gara è stata capace di tirare in porta soltanto due o forse tre volte? E soprattutto come si fa, giocando contro una squadra di caratura ben più modesta di quanto non dica la posizione occupata in classifica, a regalare un tempo nel corso del quale il Napoli - fatto salva la conclusione di Simeone su assist di Kvara proprio all’inizio - non è mai stato capace di mettere il naso nell’area di rigore avversaria? La decisione di Mazzarri di schierarsi con il 3-5-1-1 è difficile da condividere. Che cosa pensava di fare il tecnico? Difendere il risultato iniziale? Portare a casa il brodino caldo di un inutile pareggio? La posizione del Napoli in classifica non giustifica tutti questi calcoli. Se ogni partita da ora e fino alla fine del campionato deve essere considerata una finale - come Mazzarri stesso ha più volte detto e ripetuto - ne deriva che le finali bisogna giocarle per vincerle e non per pareggiarle. La prudenza dell’allenatore probabilmente era giustificata al momento del suo insediamento sulla panchina appena lasciata libera da Garcia ma ora è troppo tardi per fare calcoli. Se la scelta fatta dal tecnico a inizio ripresa fosse stata fatta dal primo minuto di gioco probabilmente le cose sarebbero andate diversamente e ora non staremmo qui a guardare dalla abissale distanza di sette lunghezze i fanali posteriori dell’Atalanta e delle altre quattro squadre, oltre ai bergamaschi, che si frappongono tra gli azzurri e la zona Champions. Ora è tornato Osimhen e nel frattempo l’infermeria si è svuotata. Non ci sono più cause di forza maggiore che possano impedire all’allenatore di schierare una formazione che punti decisa alla vittoria. La strada già lastricata di trappole si è fatta ancora più impervia dopo la sconfitta con i rossoneri. Qualche flebile speranza di agguantare la quarta posizione in classifica, però, esiste ancora e allora cerchiamo di non vederla vanificare. Ci vuole un po’ di coraggio in più. E comunque alla conquista di un inutile pareggio è sempre preferibile aver anche solo tentato di agguantare un’utilissima vittoria.
Mario Zaccaria
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